Il minuzioso lavoro di intelligence della Procura di Cremona, che ha portato all'ultima ordinanza di custodia cautelare, ricostruisce la tela dei contatti tra gli indagati: tabulati, «celle» telefoniche, pedinamenti, anche intercettazioni. Tra queste, spuntano altri nomi.
stampa
Le intercettazioni: “Kaladze si compra le porte”
Il minuzioso lavoro di intelligence della Procura di Cremona, che ha portato all’ultima ordinanza di custodia cautelare, ricostruisce la tela dei contatti tra gli indagati: tabulati, «celle» telefoniche, pedinamenti, anche …
Bobo e i dubbi su Inter-Lecce
Ivan Tisci e Antonio Bellavista sono coinvolti fin dalla prima tranche dell'inchiesta Last Bet. Ma la rilettura delle intercettazioni e gli ultimi sviluppi hanno riportato l'attenzione su Inter-Lecce che, secondo gli scommettitori doveva essere un over e che invece finì 1-0 e Bobo Vieri. L'ultima ordinanza riporta una conversazione dell'11 marzo 2011 nella quale i due parlano proprio di Vieri, definito «giocatore» inteso come scommettitore e a conoscenza di giri di scommesse su Inter-Lecce.
Tisci: Sono andato un attimo all'incomprensibile, mi dovevo vedere con delle persone e c'eran tutti i giocatori, i soliti no, è arrivato Bobo.
Bellavista: chi?
T: Vieri.
B: Chi è arrivato?
T: Bobo.
B: ah.
T: Gli ho detto... Bobo com'è? Oggi com'è andata? Mi fa... noo oggi un cazzo, oggi ho fatto qualcosina così, a casa, al computer... e io, perché io son troppo figlio di puttana, perché io poi le cose le capisco... gli faccio oh sta cazzo di Inter ha fatto i danni... lui mi fa eh sì, tutti facevano over tre e mezzo... over quattro, cioè lo sapevano... lo sapeva pure lui...
B: lo sapeva pure lui perché sul computer stavano a bombardare tutti over tre e mezzo... cioè forse non hai capito che l'over tre e mezzo su betfair, hanno giocato settecentomila euro... come fai a... a... a voglio dire... ecco perché ti dico, a me non è che m'hanno detto una cazzata, l'hanno detta a tanti allora, perché se giocano settecentomila euro vuol di' che qualcosa di vero c'era, capito?
Poco dopo Bellavista richiama Tisci, che riprende il discorso raccontando la conversazione avuta con Vieri, dalla quale ha capito che «loro hanno fatto casini perché non hanno saputo fare niente, perché di là non han voluto fare... hanno voluto giocare... il primo tempo dice che... palo... cose... poi alla fine l'ultimo quarto d'ora si son messi d'accordo ma perché non è venuto il gol prima quindi diciamo che è stata una mezza cosa che è venuta fuori ma non perché l'hanno fatta... loro...».
Kaladze e le porte
Alla vigilia di Lazio-Genoa, Sculli - si legge nell'ordinanza - si fa promotore di un incontro tra Safet Altic, pregiudicato bosniaco soprannominato «Sergio», che il giocatore chiama amichevolmente «frate'», e Kaladze. Viene riportata una telefonata del 12 maggio 2011 tra Altic e Kaladze. Altic, parlando poi con un altro pregiudicato, spiega che il difensore georgiano gli deve portare delle «porte», termine che per il giudice significa il denaro per le scommesse.
Altic: Kala?
Kalazde: sì, dove sei?
A: stai mangiando? Io sto partendo adesso però se stai mangiando.
K: no, no io no..
A: va bene... io guarda un'ora sono li!
K: va bene, chiamo!
A: omissis.. va bene, però io e te ci vediamo un po' distante se no magari... hai capito? Ti chiamo poi quando sono vicino!
Segue una telefonata tra Altic e un pregiudicato alessandrino in cui, annota il gip, «si comprende la ragione dell'incontro con Kaladze che gli deve corrispondere 50.000 euro per l'"acquisto di porte"».
Altic: dimmi Fiò
Pregiudicato: com'è fratello?
A: ma bene, devo partire adesso.. dai ti chiamo io che mi sbrigo due cose, così...
P: no, un secondo solo, per la storia dei 50.000 euro delle porte che c'ho la gente qua!
A: ma vado adesso da Kalazde bestemmia, a Milano, si sta comprando lui tutte le porte, vado lì e ti chiamo dai.
Sculli chiede a «Sergio» di incontrarsi e di «ricordarsi quei documenti, ché sono nella m... pura». Altic cerca di raccogliere altri soldi e comunica anche con Guido Morso, «ultrà del Genoa, appartenente alla famiglia Morso, collegata alla cosca mafiosa Emanuello di Gela», dice la procura.
S: Ma hai visto tuo cugino per quegli assegni?
G: Sì.. dovevi passare tu ieri sera e non sei passato!
S: Ho capito però eh.. ora.. ci sono.
«Tali incontri — scrive il gip — si collocano in momenti nei quali Sculli e Altic, unitamente a soggetti a loro collegati, sembrano, dal contenuto delle conversazioni intercettate, interessati alla raccolta di danaro, come peraltro appare dalle telefonate riferite all'incontro con Kalazde». In una conversazione successiva Altic chiede: «Ma l'orologio ce l'ho o no?». E Sculli risponde: «Si ce l'ho io». Anche l'orologio, scrive il gip, si riferirebbe ai soldi per le scommesse.
L'ombra della malavita
Nell'ambito della manipolazione di Lazio-Genoa, e i continui scambi di sms tra Mauri e il suo amico Alessandro Zamperini definito reclutatore di calciatori da arruolare per taroccare le partite, l'ordinanza getta un'ombra inquietante. Quella della malavita organizzata. «A decorrere dalle ore 13.14 successive, nella vicenda, per dovere di esposizione, si inserisce un personaggio sino ad ora un pluripregiudicato napoletano, elemento di spicco di un clan camorrista, che emergerà anche nel corso degli accertamenti relativi alla partita Lecce-Lazio. Non solo: grazie all'esame delle celle e dei ponti telefonici, gli inquirenti si accorgono che Zamperini incontra questo pregiudicato a Roma. E lo incontra più volte per parlare di persona.
Sartor e l'ex compagna
Gigi Sartor era l'uomo di riferimento del clan di Singapore. «A smentire il quadro riduttivo, di presunta buona fede e di parvenza lecita della vicenda offerto da Sartor nel suo interrogatorio - scrive il gip - è stata la sua ex compagna, Genny Saleh» per il maltrattamenti alla quale Sartor è stato già rinviato a giudizio a Parma. La Saleh ha riportato quanto l'ex calciatore le raccontava sui soldi che giravano per una partita del Piacenza «65.000 a testa furono destinati a Signori, Burini e al medesimo Sartor e 25.000 per Ragone» e sulla società di facciata costituita per riciclare denaro da qui l'accusa di riciclaggio.
La Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA