Su La Gazzetta dello Sport Luca Calamai elenca le dieci mosse di Paulo Sousa per rendere grande la Fiorentina.
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Le 10 mosse di Sousa per rendere grande la Fiorentina
Dalla nuova posizione di Borja a Ilicic. Da Rossi ai giovani. Ecco cosa ha in testa il tecnico portoghese.
1 Modulo base 1-4-2-3-1.
Montella partiva da un’idea fissa: nella sua Fiorentina in campo ci dovevano essere sempre almeno tre centrocampisti. Al tecnico portoghese, invece, ne bastano due. Lo spartito base è l’1-4-2-3-1 (lui cita anche il portiere, vedi punto 7). Lo schema potrà cambiare ma ci saranno sempre due mediani e un trequartista.
2 Niente tiqui-taca, ma pressing e ripartenze.
La Fiorentina spagnoleggiante non esiste più. Sousa vuole pressing feroce e ripartenze. Tutti i giocatori devono condividere questa idea. Il tecnico portoghese ha dato il via libera alla cessione di Gomez quando ha capito che Mario pretendeva di essere considerato solo e soltanto un terminale offensivo. Un’interpretazione del ruolo che a Sousa non piace. Babacar e Kalinic, invece, sono i primi ad andare in pressing sui difensori. E con loro tutti e tre i trequartisti.
3 Borja da tuttocampista e regista basso.
Sousa ha cambiato abito a tanti suoi allievi. La novità più clamorosa rispetto alla precedente gestione ha coinvolto Borja Valero passato, con grande entusiasmo, dal ruolo di «tuttocampista» a quello di regista basso. Lo spagnolo sta imparando a giocare a due tocchi. Tra l’altro riformando insieme a Suarez una coppia che ai tempi del Maiorca aveva garantito assist e gol. Tra i giocatori ai quali Sousa sta cambiando ruolo c’è Mati Fernandez che da mezzala classica si sta trasformando in trequartista. Posizione che il cileno coprirà anche domani contro il Milan.
4 Ilicic da indesiderabile a intoccabile.
Lo sloveno era finito nella lista dei partenti. Dopo una settimana di ritiro è diventato un intoccabile. Paulo Sousa si è innamorato di Ilicic e ha bloccato, alzando la voce, la sua cessione al Liverpool. Il portoghese si aspetta da lui qualità, assist e 7-8 gol su punizione.
5 Spazio ai giovani.
Sousa ha raccolto al volo l’invito della società. Babacar e Bernardeschi fanno parte del gruppo dei 14-15 titolari. E potrebbero partire dal primo minuto già nell’esordio contro il Milan. In più il tecnico si è preso una vera cotta calcistica per il Diakhate, ragazzino che a molti ricorda il primo Pogba. E lo ha voluto inserire nella rosa della prima squadra insieme a un altro talento in erba, il difensore Bagadur.
6 Giuseppe Rossi più avanzato.
Tutto lo staff viola lavora in sintonia al recupero di Pepito. C’è una trasmissione continua di informazioni tra staff tecnico, preparatore atletico e medici. Rossi doveva arrivare all’inizio del campionato con un tempo nelle gambe. Missione compiuta. Sousa ha convinto Pepito a giostrare più vicino alla porta. Toccherà meno palloni, ma risparmierà qualche colpo assassino. E giocherà al massimo tre partite al mese.
7 Linea difensiva alta e portiere come difensore aggiunto.
È la grande sfida di Sousa. Una scelta tattica molto rischiosa. Il portoghese vuole una linea difensiva alta con il portiere che coprirà molto campo agendo da difensore aggiunto. Il titolare è Tatarusanu ma attenti al giovane Sepe, proprio in virtù della sua grande abilità con i piedi.
8 Niente ritiri per le partite in casa.
La Fiorentina non andrà in ritiro stasera. I viola si ritroveranno domani per l’allenamento di rifinitura in vista della sfida contro il Milan di domani sera. E sarà sempre così per le gare al Franchi. E in caso di trasferte vicine con gare serali, la Fiorentina partirà solo la domenica mattina.
9 Grande disponibilità con i tifosi.
Il riservato Montella viveva dentro un mondo aperto a pochi intimi. E pretendeva di blindare la squadra. Sousa invece è andato fin dal primo giorno a cercare il contatto con i tifosi, e una volta al mese aprirà il centro sportivo ai sostenitori viola.
10 Il mercato e la famiglia Della Valle.
Il tecnico portoghese interpreta il suo ruolo da «quasi manager». Con la famiglia Della Valle e il presidente operativo Cognigni ha un filo diretto sempre aperto. E collabora attivamente nelle scelte di mercato. È stato lui a volere Suarez e Kalinic. Non chiede la luna ma è abbastanza rigido sulle sue posizioni. Per esempio, non è convinto né di Kasami, né di Rose. Vuole qualcosa di più.
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