Tutto in due nomi, Balotelli e Larrondo. Il primo ha trasformato il Milan, l’altro non ha cambiato la Fiorentina. Mercato di gennaio, la svolta. La squadra di Allegri vola (era prevedibile), quella di Montella rallenta (meno prevedibile). I numeri sono impressionanti. Nelle ultime dodici partite il Milan ha un bilancio di nove vittorie e tre pareggi, la Fiorentina invece ha messo insieme cinque vittorie, sei sconfitte e un pareggio. Una corsa rallentata quella della squadra viola, che era arrivata alla sosta di Natale con un bel po’ di complimenti e poi ha piano piano perso brillantezza. Sia chiaro, la dimensione della Fiorentina è questa, squadra da Europa League, non certo da Champions, ma visto che sei lì è giusto provarci. La sconfitta di Cagliari, però, ha complicato tutto e la partita di domenica contro il Milan ha tutto un altro fascino. Niente aggancio, anche in caso di vittoria.
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Larrondo, Balotelli e il mondo rovesciato
Mercato e rimonta: così il Milan ha capovolto la situazione in un girone
E dire che cinque mesi fa il campionato aveva un’altra trama. La Fiorentina va a San Siro e vince. Vittoria netta, 3-1, grazie ai gol di Aquilani, Borja Valero e El Hamdaoui, uno che ogni tanto dava una mano e adesso è misteriosamente scomparso. Deve aver fatto qualcosa di grave, oppure non sta in piedi altrimenti non si spiega perché giochi Larrondo e non lui. Dettagli di una squadra in crisi d’identità. A gennaio la Fiorentina ha pensato al prossimo anno, il Milan a questo campionato. E ha speso quello che la Fiorentina non può spendere e con Balotelli è cambiato tutto. Dopo la sconfitta con la Fiorentina il Milan era tredicesimo in classifica con 14 punti, 18 gol segnati e 16 gol subiti. La Fiorentina invece era quarta, come adesso, a più dieci dal Milan, 19 gol segnati e solo 9 subiti. Oggi la situazione si è ribaltata. (...)
E la Fiorentina? Cerca la sua strada avendo in testa l’obiettivo Europa. Non è più quella che ha battuto il Milan, ma non può essere nemmeno quella che ha perso a Cagliari. Ci deve essere una via di mezzo. Una soluzione che permetta di salvare la stagione ritrovando le coppe dopo due anni di oblio calcistico. Il calendario, Milan a parte, non è così impossibile.
Giuseppe Calabrese - La Repubblica
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