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L’anno di Pepito lancia i viola verso il sogno

In genere certe partite le risolvono i colpi dei campioni. Tutto regolare quindi, se Rossi (un campione) mette le firma su una vittoria che riconcilia con la classifica. E ci …

Redazione VN

In genere certe partite le risolvono i colpi dei campioni. Tutto regolare quindi, se Rossi (un campione) mette le firma su una vittoria che riconcilia con la classifica. E ci spieghiamo. Eravamo frustrati per quelle bellissime (troppe) partite buttate via. Finalmente poco calcio e tanti punti. Che goduria! Giocare maluccio e vincere fa un gran bene: si diventa grandi anche così. Una vittoria come questa ci dice molte cose che vanno oltre le qualità tecniche della Fiorentina, ormai universalmente e felicemente note. Il Sassuolo ha fatto barricate e ostruzionismo, c’era il rischio di provare l’attacco in massa e di subire il contropiede. Scene già viste. Questa volta l’intelligenza tattica, la pazienza, hanno tenuto sempre in partita una Fiorentina alla ricerca del colpo del ko. Solo le squadre vere sanno interpretare certe situazioni. Quindi nessuna preoccupazione se qualcuno una tantum (Borja Valero) è sembrato sotto tono. Se altri potevano fare di più (Vargas). Va bene così, per lo spettacolo prossimamente su questi schermi. Intanto la Fiorentina tiene il passo di Juve e Roma, avvicina il Napoli e inizia una striscia che potrebbe portare lontano. Molto lontano. Dicevamo di Rossi. Con il quattordicesimo gol in 17 partite (roba da urlo), chiude il suo anno magico. E’ iniziato in gennaio quando mettendo piede per la prima volta al Franchi ci chiese timidamente «Ma qui succede sempre così? E’ un posto straordinario, non ho fatto niente e mi festeggiano già». Non ha sbagliato Andrea Della Valle a scommettere su Pepito e non hanno sbagliato i tifosi a osannarlo subito. Da quella domenica è cresciuta la certezza che la Fiorentina puntava a crescere. E a vincere. Un anno dopo siamo ancora ai piedi di Pepito. E che piedi! Ma dopo Rossi, pensiero stupendo per Ilicic (è tornato quello vero) e Neto (sembra uno vero). Che Natale, ragazzi!

P.s. Nessuno si è accorto delle assenze di Gomez, Cuadrado e Gonzalo. Tre big. In genere succede solo con le grandi squadre.

Enzo Bucchioni - La Nazione