Su Viola Week, inserto settimanale de La Nazione dedicato alla Fiorentina, troviamo l'analisi tattica di Adriano Bacconi. Ve ne proponiamo una parte.
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L’analisi di Bacconi: “Gasperini ha rivoluzionato l’Atalanta”
Attenzione al gioiellino Kessiè che può far male alla Fiorentina
Tante, troppe le critiche a Gasperini dopo le prime giornate di campionato. Quasi come quelle che stanno colpendo ora Sousa. All’ex tecnico del Genoa venivano contestate le 11 reti subite e di non riuscire a convincere la tutti della bontà del suo 3-4-3.
LA RIVOLUZIONE DI GASP
Ma nelle ultime due gare, come spesso accade nel calcio, il mondo si è capovolto. Da una parte Gasperini ha messo in soffitta il suo integralismo tattico e dall’altra la squadra ha fatto il massimo per applicare i suoi concetti di gioco offensivi e difensivi. Una chimica vincente che dimostra quanto sia fuorviante il ragionamento intorno ai moduli di gioco se dissociato dagli atteggiamenti dei giocatori e dalla coesione con loro tecnico. Scelte coraggiose a cui ora è atteso lo stesso Sousa. A Crotone l’Atalanta ha giocato con un atteggiamento più prudente lasciando agli avversari il 3-4-3 e l’onere di fare la partita. Gasperini ha impostato una gara sorniona colpendo con improvvise accelerazioni in verticale ogni qualvolta l’avversario alzava la linea del pressing. Così l’1-0 di Petagna, così il 3-0 di Gomez, gol intramezzati dell’incornata di Kurtic su angolo.
ANESTETIZZATO
IL NAPOLI
Il vero capolavoro tattico è arrivato in casa col Napoli. Gasperini ha cambiato tutto nuovamente per adattarsi al Napoli e alle assenze: sistema di gioco, meccanismi difensivi e offensivi, uomini. Per opporsi al 4-3-3 di Sarri ha scelto il 3-4-1-2. In fase di possesso il primo obiettivo era il giro palla veloce dietro per creare il «2 contro 1» in fascia. Da qui scattavano gli attacchi alla profondità per sfruttare l’abilità di Gomez nel dribbling e di Petagna nel gioco aereo. Ancor più efficaci sono state le soluzioni in fase di non possesso. I due attaccanti stavano stretti sui difensori centrali avversari, Kurtic in marcatura su Jorginho, invitando Reina a servire i terzini. Solo a quel punto partiva il pressing medio. Ad esempio su Ghoulam usciva Conti (esterno del centrocampo a 4) e Insigne veniva preso in consegna dal centrale di parte (Toloi). Gli altri due difensori centrali garantivano la superiorità numerica controllando Milik. Anche nel finale quando il Napoli ha provato il tutto per tutto inserendo Gabbiadini al fianco di Milik e passando al 4-2-4, l’Atalanta non si è scomposta adattandosi immediatamente al nuovo contesto tattico.
Detto questo, cosa farà Sousa per contrapporsi a tale entusiasmo giovanile? Eravamo rimasti alle tremende amnesie difensive viste a Torino. In sede di presentazione avevamo puntato i fari sul contropiede letale dei padroni di casa. Purtroppo non sono state prese contromisure adeguate. Gli svarioni nel finale di gara col Milan sono proseguiti senza soluzione di continuità nell’inizio della partita dell’Olimpico. Il gol di Falque è la summa. Il Torino è compresso nella propria metà campo con tutti gli effetti sotto la linea della palla. La Fiorentina invece è alta, aperta, lenta. Borja non ha soluzioni di passaggio deve tornare indietro. Peccato che il retropassaggio non sia né per Milic né per Salcedo ma per il diabolico Falque che, favorito da un rimpallo, anticipa tutti e si invola verso la porta incontrastato. Badelj e Sanchez sono infatti a distanza siderale, così come Astori che è anche preoccupato dell’arrivo di Belotti. Come riparare a questo atteggiamento presuntuoso e snob? Senza il giusto approccio agonistico non si può competere a certi livelli. I viola hanno perso da questo punto di vista prima che da quello tattico. Troppi sei chilometri percorsi in meno. Troppa la differenza per numero e metri di sprint fatti dalle due squadre
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