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L’altra faccia di Torino, la disperazione di Cerci

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Un finale cinematografico, col Torino che insegue la vittoria all’ultimo tuffo e Roncaglia che tira giù in modo goffo Barreto in area. Sembra scritto: nel marasma di una partita surreale i granata si prendono l’Europa al terzo di recupero del secondo tempo e Firenze applaude gli amici di sempre. Invece ecco il vero colpo di scena. Come dire: anche se ti danno una mano poi ci devi mettere anche del tuo. Già. Perché Rosati para il tiro di Cerci e in Europa League ci va il Parma. Lacrime, commozione e applausi per tutti. Tutti abbracciati in questo gemellaggio infinito che unisce tutti nelle sciarpe e nei cori antijuventus. Una partita davvero folle. Con un primo tempo inutile e una ripresa che è azione pura. E a volte anche un po’ commedia, dopo che la noia aveva preso il campo 45 minuti.

D’altra parte il calcio vintage di Ventura, con Vives che praticamente fa il libero e gli esterni che non salgono nemmeno sotto minaccia, fa molto anni ‘70 (prima dell’Olanda, però), mancano solo i basettoni e il capello beat. Due settimane fa su questo campo il Sassuolo sembrava l’Atletico Madrid. Perché rischiare? E poi manca Immobile. Da parte sua Montella ritrova Giuseppe Rossi titolare, una bella notizia che mancava dal 5 gennaio. Ma poi? Poi è una festa dentro un Franchi pieno (record stagionale di spettatori, più di 40 mila).

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