Strana la vita. Prendi Alessandro Matri. Uno che segnava, che piaceva, uno che aveva lasciato Cagliari per la Juve. Altra vita, altri orizzonti e altra busta paga. Un rampante del gol. Uno che ce l’aveva fatta. Poi l’eclissi. Altra maglia a strisce, ma lo stesso destino: quello chiamato arrivederci e grazie. Beh, poco male. C’è Firenze, e di questi tempi tra il viola e il rossonero c’è un abisso. Quindi un’altra botta di fortuna. Bello, ricco, famoso e con vista Ponte Vecchio. Ok. Bel colpo. Per lui, e anche per la Fiorentina, che è senza Rossi e aspetta Gomez come Samuel Beckett aspettava Godot. Vi ricordate a Catania? Ale il bello si presentò con una doppietta. Ma che volete di più? Eh già. Poi però intorno a lui torna l’inverno. E la dolce vista sull’Arno twittata dalla sua super fidanzata inizia ad andare fuori fuoco. Un colpo d’autore in coppa.
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L’alternativa è Matri: rampante finito nella polvere
Il pezzo di Benedetto Ferrara: Matri, una notte per il riscatto
Ma l’inverno non lo vuole lasciare. Matri il salvatore diventa Matri il mistero. Errori da mani nei capelli. A un metro dalla porta. Cose da pazzi. Perché non c’è niente di più triste per un attaccante che sbagliare dei gol così. L’autostima a pezzi. Anche se non lo ammetterai mai. E anche se parlano di sfortuna e di momenti che capitano a tutti poi ecco che il tuo allenatore, che di attaccanti ci capisce, a un certo punto finisce la pazienza e ti manda in panca come un ragazzino qualsiasi. E la discesa continua. Verso dove non si sa. Solo che poi il tuo nome rientra in pista.
Matos non è andato un granché. Rossi non ha la condizione per un miracolo a tempo pieno. E Gomez è un gigantesco boh. Quindi nella lista dei candidati alla maglia di attaccante rispunta lui, l’unica prima punta rimasta in gioco: Alessandro Matri, che nel giro di una notte potrebbe decidere di riscattare se stesso e di farsi perdonare tutti quegli errori. Sì, non resta che Matri, a meno che il tecnico non riesca a reinventare un’altra Fiorentina completamente senza punte. E per farlo ha bisogno di Mati Fernandez, cioè di un giocatore che non risparmia energie ma quando vuole sa anche saltare l’uomo.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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