Doveva essere l'affare dell'estate (almeno in casa viola). Il giorno della presentazione a Cortina, i dirigenti viola si erano detti entusiasti del suo arrivo. D'altronde, Andrea Lazzari, era stato accostato tante volte al Milan di Allegri che a Cagliari lo aveva definitivamente lanciato. Per la verità, il ventisettenne bergamasco, dell'interesse rossonero ne aveva letto solo sui giornali, tanto da accettare immediatamente l'offerta di Pantaleo Corvino. Tre milioni per la comproprietà, questa la cifra che la Fiorentina lo scorso luglio ha immesso nelle casse del Cagliari, altrettanto servirà alla riapertura del mercato per assicurarsi anche l'altra metà del cartellino. «Ma per me andrebbe bene anche che fosse solo rinnovata», aveva detto Lazzari un mese fa in un'intervista al Corriere Fiorentino, «perché quello che voglio è restare ancora a Firenze».
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La seconda vita di Lazzari
Da flop di mercato al rilancio grazie alla fiducia di Rossi
Oggi, il suo desiderio, sembra in effetti più vicino a diventare realtà. E non solo per il gol vittoria e l'assist decisivo a Jovetic dell'Olimpico. Perché Lazzari negli ultimi due mesi è cresciuto partita dopo partita, dando così ragione a Rossi che in più di un'occasione aveva difeso pubblicamente il giocatore. Proprio nel rapporto con il tecnico va ricercata parte della ritrovata serenità di Lazzari. Con Rossi il centrocampista viola aveva c0mpiuto il grande salto (dal settore giovanile alla prima squadra) ai tempi dell'Atalanta, sempre con Delio ora si sta conquistando un ruolo da protagonista in questa ritrovata Fiorentina.
Mercoledì, dopo aver segnato la sua seconda rete di questa stagione (il suo primo gol permise ai viola di conquistare i tre punti contro il Genoa), è stato sommerso dai compagni. Ma la rete è stata una vera e propria liberazione per lui che ancora ripensava alle critiche ricevute per l'errore di Parma. «Quello che conta per me — lo difese quella volta Rossi — è vedere il coraggio di un giocatore che anche all'ultimo minuto si lancia in attacco per provare a vincere». E Lazzari mercoledì lo ha ricambiato nel modo migliore, segnando proprio allo scadere, proprio come lo aveva spinto a fare il suo allenatore. «È stato bellissimo segnare e festeggiare nello spogliatoio con tutti i compagni, una grande emozione», ha detto ieri Lazzari ai 44 alunni delle scuole elementari Santa Teresa e Nuccio, in visita al Franchi per il progetto «Ultracorretto» promosso dalla Fiorentina.
Ma a caratterizzare la stagione di Lazzari è stato anche il continuo impiego (soprattutto da titolare). Con la gara di Roma, il centrocampista viola ha infatti agganciato al secondo posto (primo è Natali con 29) Gamberini e Montolivo a quota 28 nella classifica delle presenze stagionali. Un dato che dimostra come nella difficile annata della Fiorentina, sia stato l'ex cagliaritano a rappresentare quella garanzia tattica che prima Mihajlovic e poi Rossi hanno cercato spesso invano.
Ora questo positivo finale di campionato di Lazzari (era stato tra i migliori anche nella gara di Milano e in quella del Franchi contro l'Inter quando un suo spunto aveva portato Kharja vicino al gol vittoria) sta rilanciando le sue quotazioni per un futuro a Firenze dove si è ambientato benissimo. Anche per questo lo avevano ferito le critiche dello scorso autunno quando fu avvistato a fare tardi la sera. Un episodio che stupì chi lo conosce bene, e che lo racconta come un ragazzo educato, tranquillo e legatissimo alla famiglia (babbo e mamma lo seguono quasi sempre anche in trasferta ed erano presenti all'Olimpico) in perfetto stile Atalanta dove è cresciuto sia calcisticamente che come uomo. Nello spogliatoio è ben voluto da tutti, e tra i suoi interessi, oltre al calcio, c'è la musica. Ascolta tutti i generi, da quella pop fino alla classica e tra i suoi autori preferiti c'è il «primo» Vasco. Quello di Vado al massimo o di Splendida giornata. Proprio come quella che Andrea Lazzari ha regalato a se stesso, ai compagni e agli increduli tifosi della Fiorentina, mercoledì scorso all'Olimpico. Il giorno più adatto per ascoltare ancora una volta Liberi Liberi. Dalle critiche e dalla paura di aver già concluso dopo una sola stagione la sua avventura a Firenze.
Corriere Fiorentino
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