Uno sconto piccolo piccolo. Sicuramente non quello che si aspettava la Fiorentina. Borja salterà le gare contro Juventus e Chievo, ma sarà in campo per lo spareggio Champions con il Napoli. Della Valle dice che è «una sconfitta per il calcio», parla di «un'occasione persa». E in effetti lo è. Soprattutto se si pensa a quello che sta diventando la «questione arbitrale» in Italia, con polemiche sempre più feroci. I giudici della Corte Federale hanno riconosciuto che la spinta di Borja non era così spinta da meritare 4 giornate. Ma per farlo non hanno potuto guardare le immagini tv che pure il club viola ha allegato al ricorso (non è previsto in casi come questo, dove la squalifica è generata dal referto arbitrale) ma si sono basati sul racconto del calciatore e dell'avvocato. E qui sta la sconfitta. Perché in un calcio sempre più veloce, dove per rendere il gioco più spettacolare le regole possono cambiare (per esempio quelle del fuorigioco o dei retropassaggi), poi si fa finta di non vedere quello che tutti vedono anche dal salotto di casa grazie alle telecamere. Rifiutare l'utilizzo della tecnologia (in campo e fuori) insomma è una posizione di arrocco sempre più difficile da difendere. È vero, in Italia i toni e le attenzioni sugli errori arbitrali sono eccessivi. Ma forse è giunto il momento per i club (Fiorentina in testa) di mettersi attorno a un tavolo e e affrontare seriamente una riforma del calcio (non è solo questione di regole) non più rimandabile.
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La riforma necessaria, anche con la tecnologia
Uno sconto piccolo piccolo. Sicuramente non quello che si aspettava la Fiorentina. Borja salterà le gare contro Juventus e Chievo, ma sarà in campo per lo spareggio Champions con il …
Antonio Montanaro - Corriere Fiorentino
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