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La ricostruzione: così è andato il dialogo Hamsik-Genny

I tifosi azzurri credevano ad un omicidio per mano dei viola

Redazione VN

Ancora ricostruzioni, ancora retroscena, ancora particolari agghiaccianti sul colloquio tra Marek HamsikGennaro De Tommaso. E' quanto riporta La Gazzetta dello Sport che cita il rapporto stilato dalla Procura Federale, un verbale inviato a Stefano Palazzi (il loro capo) e al giudice sportivo Gianpaolo Tosel, oltre che alla Digos. Quella carta non è al momento tanto importante per le indagini giudiziarie, lo è invece molto per spiegare come mai un calciatore di A sia stato «costretto» a parlare con i propri tifosi. «Non c’è stata nessuna trattativa con gli ultrà», è stato detto più volte dalle istituzioni. Ecco, il verbale dimostrerebbe il contrario.

Riavvolgendo il nastro, siamo pochi minuti prima delle 21. Che cosa sta accadendo? La parte più estrema della tifoseria azzurra ha emesso la propria sentenza: la finale non si deve giocare. Per rispetto di un loro compagno morto fuori dalla stadio. Perché il ferimento di Ciro Esposito nel passaparola è diventato un omicidio perpetrato dai supporter rivali (quella della Fiorentina). Sotto pressione non ci sono solo le forze dell’ordine, anche i dirigenti del Napoli e la squadra azzurra sono in difficoltà. I giocatori chiedono spiegazioni, vogliono sapere se davvero è morto un loro tifoso. In questo caso si rifiuterebbero di disputare la sfida, non se la sentirebbero, temendo anche eventuali reazioni degli ultrà. A quel punto qualcuno propone di portare i calciatori sotto la curva. La società del Napoli non si oppone e dà il via libera. «Ci va il capitano», si decide. Impossibile per Hamsik dribblare la richiesta. La delegazione è composta dalle forze dell’ordine, un dirigente azzurro, l’ispettore Figc e altri non identificati.

Hamsik si avvicina al capo ultrà, sa bene che cosa deve dire. Usa parole misurate, tipo: «Con un tifoso morto non avremmo mai giocato, ma ci hanno assicurato che le cose non stanno così». Genny ‘a carogna non si fida, indica «gli sbirri» e lo mette in guardia da eventuali menzogne. Il capitano dimostra sangue freddo, gli fa capire che ci sta «mettendo la faccia». Insomma, la trattativa è bella che avviata. Da una parte gli ultrà sono convinti che un loro compagno sia stato ucciso e quindi fanno pressioni sulla squadra perché si rifiuti di scendere in campo. Dall’altra il capitano si assume delle «responsabilità»: comunica alla curva che «sì, c’è un ferito, ma non per un agguato tra tifoserie». Cancellare la finale, fa capire lo slovacco, aprirebbe a scenari drammatici. De Tommaso si convince, alza il pollice, poi sussurra una frase sibillina che più o meno suona così: «Allora okay, ci metto la faccia anche io. Tanto tutti sappiamo chi siamo e dove siamo». E’ il via libera. Hamsik porta il risultato a casa. L’arbitro Orsato può far iniziare il match.

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