Siviglia: meglio del Napoli, peggio del Dnipro, ma la verità è che la Fiorentina non deve aver paura di nessuno, visto che per arrivare fino a qui ha eliminato il Tottenham, ha ridicolizzato la Roma e annullato la Dinamo Kiev. E poi il bello dell’Europa è questo: aria nuova, avversarie nuove. Non come quando dall’urna schizzò fuori la Roma. Il problema non era solo il nome dell’avversario, ma l’idea di restare segregati tra i confini della consuetudine. Insomma, va bene così. Il Siviglia è una squadra di alto livello che proprio sulla caccia ai trofei ha costruito la sua ragione di vita. Ha iniziato a farlo una decina di anni fa, quando il calcio europeo e le tv avevano già piantato i paletti e organizzato il mondo in tre categorie divise da un muro altissimo: davanti i top club che si giocano la Champions e gli scudetti, dietro quelli meno ricchi ma ambiziosi che posso aspirare a entrare ogni tanto nell’Europa dei grandi per fare qualche comparsata. Per loro restano le coppe nazionali e l’Europa League. Dietro tutte le altre, magari in attesa di una stagione sorprendente. Insomma, il Siviglia ha azzeccato la mission e oggi, dopo le grandi piene zeppe di soldi (e spesso anche di debiti), può essere considerata la società più autorevole per prestigio internazionale. Ma tutto questo non deve spaventare la Fiorentina, che non ha certo in bacheca i trofei della società andalusa, ma di sicuro ha una dannata fame di arrivare a Varsavia per provare ad alzare finalmente il primo trofeo dell’era Della Valle. E questa fame dovrà essere ancora energia e gioco, cioè tutto quello che la squadra di Montella fino a qui ci ha fatto vedere sui campi d’Europa.
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La Repubblica: la fame viola contro l’esperienza di Emery
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Benedetto Ferrara - La Repubblica
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