Se fino a qualche tempo fa le rivalità calcistiche nascevano sul campo, le ultime due estati hanno regalato vere battaglie dietro le scrivanie, con colpi bassi, insinuazioni, e un mercato che appare sempre meno una jungla e molto più una insalubre palude. Nella quale sguazzano dirigenti, procuratori più o meno ufficiali, mediatori, e giocatori dallo sguardo assai poco lungo. Dove le bugie sono all'ordine del giorno, il rispetto della parola data una virtù da ricercare nei libri di storia e dove regolamenti troppo labili che premiano sempre il «più forte» di turno rischiano di danneggiare la crescita di società, come la Fiorentina, intenzionate a interrompere lo strapotere dei soliti noti. Come il Milan che sotto la gestione di Adriano Galliani ha intrapreso da tempo una via scivolosa: assicurarsi giocatori a scadenza di contratto.
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La Palude di Galliani e l’Obbligo di resistere
Se fino a qualche tempo fa le rivalità calcistiche nascevano sul campo, le ultime due estati hanno regalato vere battaglie dietro le scrivanie, con colpi bassi, insinuazioni, e un mercato …
Niente di male, naturalmente, se non fosse che, come avvenuto con Montolivo e ora con Ljajic, i contatti fra i rossoneri e i giocatori iniziano (informalmente) almeno 12 mesi prima. Una pratica nel migliore dei casi al limite del regolamento, che ha fatto infuriare prima la Fiorentina e poi il Cska Mosca, costrette a gestire giocatori (Ljajic e Honda) incantati da promesse di contratti resi ancor più pesanti proprio dal risparmio su cui i rossoneri possono contare per assicurarsi i loro cartellini. Per questo il caso Ljajic è ormai diventato una questione di principio. Da riaffermare perché sia da esempio per il futuro. E il suo arrivo al Milan, almeno in questa stagione, dovrebbe restare solo fantamercato estivo. Perché in fondo tutte le battaglie hanno un prezzo. Figuriamoci poi quando c'è di mezzo il Diavolo.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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