Più dura del previsto, addirittura durissima rispetto alle previsioni rasserenate dal comodo blitz di Zurigo: la Fiorentina si complica la vita contro il Grasshopper (regalo di Neto) e non decolla quasi mai, rischiando anzi di farsi schiacciare dagli svizzeri improvvisamente maturi e presenti dappertutto, più dei viola, contrastati in ogni parte del campo e costretti a finire con la paura di essere eliminati. Brividi imprevisti e passo indietro sotto il profilo della tenuta di squadra con Gomez generoso, ma ancora lontanissimo dal suo prototipo migliore anche per la qualità modesta dei rifornimenti. In difficoltà anche il centrocampo, schirato all’inizio senza Aquilani. Determinante in difesa la buona prova di Gonzalo, presente nei momenti più difficili.
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La Nazione: Viola avanti a testa bassa
Più dura del previsto, addirittura durissima rispetto alle previsioni rasserenate dal comodo blitz di Zurigo: la Fiorentina si complica la vita contro il Grasshopper (regalo di Neto) e non decolla …
Grasshopper subito aggressivo - anche troppo a giudicare dal rumore dei contrasti - e disposto con Pavlovic più alto per contrastare Cuadrado. Giustamente il più temuto dopo la partita di andata. Una specie di 3-1-4-2 che complica la vita alla Fiorentina solo nel finale di tempo, quando Neto regala con un rinvio-assist la palla agli svizzeri, che da tre passi segnano con Ben Khalifa e riaprono la partita. Funziona a strappi la Fiorentina, che gioca con la difesa a tre, il centrocampo a cinque e affida a Joaquin i raccordi principali con Marione Gomez. Un assetto abbastanza prudente - segno che Montella si fida il giusto nonostante la vittoria dell’andata - che esalta la Fiorentina solo intorno alla mezz’ora, quando Cuadrado, Joaquin e Tomovic si avvicinano al gol e fanno scivolare la serata verso l’illusoria sensazione che sia tutto semplice, suvvia, un gol agli svizzerucci prima o poi si segna. E invece segnano loro dopo due blitz random che spostano improvvisamente la pressione in area.
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Angelo Giorgetti - La Nazione
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