E' stato l’unico rinforzo di gennaio acquistato a titolo definitivo. Due milioni di euro al West Ham e Mauro Zarate - scrive La Nazione - ha indossato la maglia viola con tanta voglia di tornare in Italia e dimostrare di essere un attaccante ancora in grado di decidere le partite. E pur di essere di nuovo protagonista nel nostro campionato l’argentino si è anche ridotto l’ingaggio per rientrare nei rigidi ‘parametri’ della Fiorentina, che non fa sconti quando si tratta di stipendi ai giocatori.
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La Nazione: troppa panchina, Zarate va a caccia del posto fisso
L'impressione è che l’impiego part-time disegnatogli addosso da Paulo Sousa sia un limite
L'inizio dell’avventura in viola si pensava che lui potesse essere la pedina giusta per dare sostanza al reparto offensivo, togliendo pressione a Kalinic, vera alternativa a Giuseppe Rossi. E contro Carpi e Inter si era rivisto il Maurito Zarate, nel bene e nel male. Genio e sregolatezza (provocata, per la verità), costata davvero troppo cara. Le tre giornate di squalifica alla fine gli hanno tolto ritmo e magari un pizzico di serenità. Ma adesso, smaltita la delusione, chiede spazio, sin dal primo minuto.
L'impressione, infatti, è che l’impiego part-time disegnatogli addosso da Paulo Sousa sia alla fine un limite. Già, perché la voglia di incidere ed essere determinante lo ha portato – come la partita di Empoli ha confermato – a strafare, incaponendosi nella ricerca del colpo risolutivo. Alla fine la foga gli ha giocato un brutto scherzo, soprattutto sul quel suggerimento di Tello che avrebbe meritato una conclusione più felice. Zarate in questo momento è quello che ha più benzina di tutti e la maglia da titolare sembrerebbe una scelta obbligata. Sembrerebbe...
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