Così La Nazione racconta la mattinata di ieri di Giuseppe Rossi e i possibili scenari.
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La Nazione: Rossi può rientrare in due-tre mesi
Pepito ha tirato un sospiro di sollievo e ora spera nel Mondiale (COMM)
Dallo choc a un mezzo sorriso, il giro completo della paura in quattordici ore: è stato un consulto medico delicato, fatto per gradi proprio in segno di rispetto verso Rossi accompagnato ieri mattina in ospedale in condizioni psicologiche devastate. Prima il test con l’artrometro KT1000 (subito segnali positivi sulla stabilità del ginocchio), poi l’esame strumentale attraverso la risonanza magnetica. Solo a quel punto Rossi ha incrociato lo sguardo dei medici, per esplorare gli occhi di chi leggeva la verità nel monitor: un altro appuntamento con il destino in compagnia dei medici. Certi dettagli intuiscono da un’occhiata e sul volto di Rossi — per la prima volta dopo molte ore —_ è comparsa una smorfia molto simile a una liberazione. Pepito era convinto di essere riprecipitato nell’incubo (due operazioni allo stesso legamento, l’ultima nell’aprile del 2012). Per fortuna si sbagliava. Il legamento crociato anteriore già operato due volte è salvo, la lesione di secondo grado sul collaterale non richiederà un intervento chirurgico per essere riassorbita in un tempo prudentemente stimato fra i due e i tre mesi: ci sono dunque fondate speranze di vederlo al Mondiale. «Ti aspettiamo», gli ha fatto sapere Prandelli. I più ottimisti sperano che Rossi possa rientrare a metà marzo, ma in questo momento è impossibile fare previsioni. (...)
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