Gli esami e i referti sono conservati al Cto. Gli ortopedici del Traumatologico di Careggi già a luglio avevano certificato il sovraccarico al menisco di Pepito Rossi risultato poi chiaramente, nella risonanza magnetica del 16 agosto, una lesione a manico di secchio. Certificata anche un’instabilità anterolaterale del ginocchio causata dalla rottura del legamento crociato (dell’ottobre 2011) che ha subito tre interventi chirurgici e che, a sua volta, ha provocato la fissurazione del menisco mediale suturata venerdì scorso a Vail, in Colorado.
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La Nazione: Rossi e un recupero più lento per evitare ricadute
Gli esami e i referti sono conservati al Cto. Gli ortopedici del Traumatologico di Careggi già a luglio avevano certificato il sovraccarico al menisco di Pepito Rossi risultato poi chiaramente, …
Gli ortopedici fiorentini che lo hanno seguito sono convinti che, senza un intervento più radicale che, oltre alla ricucitura della frattura del menisco, prevedesse una plastica laterale del ginocchio e la revisione della stabilità del crociato anteriore, il problema della scarsa saldezza del ginocchio del talento viola, permarrà anche una volta guarito il menisco. Quello di Pepito resterà un ginocchio fragile, insomma. Secondo il parere degli esperti fiorentini avrà anche bisogno di una convalescenza più lunga rispetto ai quattro-cinque mesi, un tempo infinito per il campione e per chi lo aspetta in campo, prospettati per il recupero. Una convalescenza più lunga perché il ginocchio di Pepito è un’articolazione fortemente sollecitata che sgonfia con maggiore lentezza rispetto a un ginocchio ‘sano’.
Sulla stessa lunghezza d’onda sembrava essersi posizionato l’ortopedico inglese Andy Williams, consigliato al calciatore dalla società viola. Certo, la revisione tolale del ginocchio avrebbe comportato tempi più lunghi: circa un anno. Ora la cosa importante è che il calciatore prenda tutto il tempo di cui ha bisogno per il recupero migliore, senza forzare i tempi.
Ilaria Ulivelli - La Nazione
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