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La Nazione: parole senza rete

La sorpresa è indubbiamente ormai all’ordine del giorno, e i colpi di scena pure, ma chi conosce bene Vincenzo Montella sa che il tecnico non si è mai fatto troppi problemi …

Redazione VN

La sorpresa è indubbiamente ormai all’ordine del giorno, e i colpi di scena pure, ma chi conosce bene Vincenzo Montella sa che il tecnico non si è mai fatto troppi problemi a parlare chiaro. Anche quando i suoi pensieri avrebbero potuto creare più di un attrito. E d’altronde le ultime uscite dell’Aeroplanino (via comunicato o meno) non hanno mai lasciato troppi dubbi, sia per la chiarezza sia per il tempismo, così come del resto era già capitato sin dai primi giorni dell’avventura viola.

Era l’estate del 2012 quando Montella arrivò da Catania, ma nei primi giorni del ritiro estivo lo sguardo del mister la diceva lunga. Gli strascichi della fantomatica serata delle «pernici» si diluivano nei giorni di attesa per i primi movimenti di mercato dell’accoppiata Pradè-Macìa, e il tecnico era tutt’altro che entusiasta nel dover lavorare con una rosa di fatto «virtuale». In quella circostanza, però, il malessere fu presto fugato , i giocatori arrivarono e la ricostruzione avviata con reciproca soddisfazione. Tanto che il secondo anno della gestione Montella è sembrato scorrere via liscio, almeno sotto il profilo dei rapporti e delle comunicazioni. Certo, il finale vissuto a Roma per la sfida al Napoli in Coppa Italia resta amaro, ma almeno fino a ridosso del termine dell’annata pareva che l’armonia regnasse incontrastata.

Poi, invece, qualcosa è cambiato, quanto meno nelle comunicazioni. Perché nel maggio dello scorso anno, dopo l’inattesa sconfitta interna con il Sassuolo, Montella ha cominciato ad esternare più di una perplessità sui progetti e sul mercato, chiarendo che un eventuale miglioramento avrebbe comportato determinati investimenti. Sembrava poter essere il preludio a qualche contrasto, ma fu lo stesso Andrea Della Valle a intervenire in prima persona, sempre durante il ritiro di Moena. Davanti a un bicchiere di vino il patròn viola riuscì a convincere Montella dell’opportunità di rilanciare determinate ambizioni, facendo anche il possibile per trattenere Cuadrado a Firenze.

Il resto è infine storia recente, ma non necessariamente del tutto terminata. Le dichiarazioni dopo l’eliminazione con il Siviglia (con riferimento ai tifosi sì, ma anche a una dialettica interna con la società portata avanti, a detta di Montella, da tre mesi) il lungo confronto di una settimana fa al centro sportivo con ADV e il presidente esecutivo Cognigni, la sfida a suon di comunicati giovedì sera mentre parte della dirigenza era impegnata al «Viola party» presso la Stazione Leopolda, infine la comunicazione sul viaggio all’etsro e la delega al procuratore Lucci.

Tommaso Loreto - La Nazione