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La Nazione: Mario Gomez, niente depressione. Il colloquio con Montella

Gomez ha le spalle larghe e nella sua stimata carriera ne ha viste parecchie. Alcune anche peggiori di questa? Di sicuro. I fischi in Nazionale, il gol clamorosamente sbagliato contro …

Redazione VN

Gomez ha le spalle larghe e nella sua stimata carriera ne ha viste parecchie. Alcune anche peggiori di questa? Di sicuro. I fischi in Nazionale, il gol clamorosamente sbagliato contro il Genoa, la sostituzione, gli occhi catturati dalle telecamere in versione persa-nel-vuoto, sono però un repertorio troppo sciatto per un killer di lusso finito momentaneamente in disgrazia.

Ma Gomez ha le spalle larghe, non ci sono problemi di depressione post flop: questo il senso del colloquio sul tema dieta di gol che ieri l’attaccante tedesco ha avuto con Montella. Clima soft e da parte dell’allenatore e complicità retroattive da attaccante messo in croce: anche a Montella è successo, basterà una rete di stinco per trasformare quasi tutto in oro. Gomez ha ammesso che la sua prestazione non era certamente al top — ci voleva poco per capirlo — e nel calcio nessuno è insostituibile. Il concetto di lesa maestà non rientra nel suo modo di pensare e poi gli applausi dello stadio gli hanno fatto piacere, è stato un abbraccio virtuale opposto rispetto ai mugugni crucchi piovuti in Nazionale, più fischi che mugugni veramente. Anche in quel caso, Gomez non se la prese: «E’ una vecchia storia, non ci sono problemi».

Se la Fiorentina ha una grana da risolvere, questa non dipende da Gomez: bisognerà servirlo meglio e sperare che il calcio giri un po’ dalla sua parte, tutta la squadra dovrà migliorare dal punto di vista della convinzione. Troppo morbida, la Fiorentina, nonostante le occasioni da gol create contro il Genoa; troppo isolato Gomez, macchinoso e difficile da raggiungere attraverso i piedi non troppo attrezzati degli esterni difensivi, o di centrocampisti predisposti all’incursione compulsiva (Borja in particolare). La Fiorentina dovrà ritrovare efficacia e semplicità, sapendo che là daventi c’è uno che la butta dentro. E’ successo più di trecento volte in carriera e il calcio ha le sue stagioni. Prima o poi ritornerà quella della vendemmia.

Angelo Giorgetti - La Nazione