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La Nazione: la stagione della svolta

Deve essere la stagione della svolta, Montella ha scandito il concetto a maggio e a settembre si ritrova con una Fiorentina che crede in se stessa, si fida delle sue qualità …

Redazione VN

Deve essere la stagione della svolta, Montella ha scandito il concetto a maggio e a settembre si ritrova con una Fiorentina che crede in se stessa, si fida delle sue qualità riconoscendole come acquisite e punta sulla rotazione degli interpreti. Certo che senza Rossi e Cuadrado uno può anche svoltare a metà, soprattutto sul campo della Roma: alibi pesantissimi, ma a prescindere da quello che succederà nelle ultime ore di mercato la squadra ha imparato a prendersi sul serio negli ultimi 24 mesi. Quella di stasera sarà una controprova di stabilità, meglio prima che dopo. Si dice sempre così, no?

La Fiorentina arriva da un buon precampionato (dieci vittorie, una sconfitta) dopo aver affrontato lunghi viaggi e avversari di livello. Fra questi addirittura il Real Madrid che forse - come ha onestamente osservato Gomez - «aveva ancora la testa alle vacanze»: ma la vittoria in recupero di Varsavia, ottenuta senza Rossi, è il ricordo del calcio estivo dal quale dovrà ripartire la Fiorentina all’Olimpico. Niente è impossibile se il gruppo regge e non sbanda, legge le difficoltà della partita e le gestisce attraverso il possesso palla (l’arma principale) o i colpi dei solisti (ce ne sono, anche se con Rossi e Cuadrado sarebbe stata un’altra storia). La Fiorentina ha imparato a non prendere paura contro le raffiche di grande calcio, probabilmente ha imparato a resistere e ripartire. Stasera la squadra dovrà mettere in vetrine soprattutto la sostanza e poi la qualità, ricordandosi del passato con Montella (con il patrimonio di due quarti posti): il primo anno troppo belli, il secondo troppo sfortunati senza Rossi e Gomez, il terzo anno dovrà essere quello della raccolta. O della svolta, come direbbe Montella.

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