I fischi - scrive La Nazione - gli sono rotolati addosso al 70’ di Fiorentina-Samp, una mini grandinata che non ha fatto piacere a Badelj, uno dei più attivi nel primo tempo ma sonoramente avvolto dai sibili al momento della sostituzione. Tant’è, il clima è questo: la guerra fredda alimentata dal procuratore Joksimovic – mai smentito da Badelj, secondo i tifosi in rapporto di connivenza dalle retrovie – ha innescato la classica situazione da mugugno sospeso e pronto all’uso. Parole inquiete, quadro generale sdrucciolevole da strappo innescato. L’agente di Badelj ha pubblicamente reclamato compensi non corrisposti dalla Fiorentina per il trasferimento del 2014 e lavora da tempo per allontanare il giocatore, il quale probabilmente sperava di trasferirsi al Milan di Montella – allenatore amatissimo – negli ultimi giorni di agosto.
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La Nazione: Badelj, caso che scotta
La guerra fredde della parole. Gli attacchi dell'agente, la tattica del giocatore. Incontro con Corvino a gennaio
Corvino ha trovato una situazione compromessa dal punto di vista diplomatico e secondo il suo stile l’ha affrontata di petto imponendo, fra l’altro, il silenzio mediatico del procuratore: Joksimovic un po’ si è trattenuto, ma dopo i fischi contro Badelj ha fatto lampeggiare la nuova strategia. Ah sì? Niente più rottura, il giocatore se ne andrà a fine contratto. Cioè nel giugno del 2018, ovviamente a costo zero. Si capisce che dopo i casi di Montolivo e Neto, ancora sanguinosi per le casse, la società sia costretta a cercare un accordo, oppure a cedere Badelj il prossimo giugno. Meglio ancora a gennaio? Dipenderà ovviamente dal prezzo (la richiesta viola è di 12 milioni) e dalle alternative, perché non sarebbe facile sostituire un centrocampista come Badelj, seppur depotenziato rispetto alla versione più chic della scorsa stagione
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