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La maledizione del capitano, quando va in azzurro

I precedenti, ben più “dolorosi”, del ko di Pasqual con l’Italia (COMMENTA)

Redazione VN

Sangue viola per l'Italia del calcio, sangue di capitano. Era già successo in passato che il giocatore più rappresentativo della Fiorentina si immolasse per la causa azzurra, anche se come impatto mediatico il «ricordino» lasciato dallo scorretto Kozak a Pasqual vince qualsiasi classifica. Sette punti ha preso Manuel, tre in meno rispetto ai dieci rimediati dal capitano per definizione, Giancarlo Antognoni, un infortunio che pur non toccando direttamente i colori viola fu molto più grave nelle conseguenze. Ventottesimo minuto del primo tempo della semifinale Mundial tra Italia e Polonia, Giancarlo ha già confezionato su calcio di punizione l'assist del primo gol di Rossi, ma è ancora molto arrabbiato per l'incredibile annullamento del suo gol contro il Brasile. Non ha mai segnato in un Mondiale e su un pallone che arriva rasoterra da destra si butta con furore per la battuta al volo di prima intenzione: gli piomba addosso come un tir il maldestro polacco Matysik e gli apre in due il piede. Sostituzione immediata e via col tormentone per la finalissima con Germania. Gioca, non gioca? Quanto è profondo il taglio? Il giorno della gara prova, ma non riesce a calciare e onestamente dice di no, saltando così la più importante partita della sua carriera.

In confronto non giocare contro il Cagliari è veramente cosa di poco conto. Prima ancora di Antognoni c'era stato il capitano «morale» della Fiorentina del primo scudetto che per dire sì alla maglia azzurra perse addirittura la finale di Coppa dei Campioni. Parliamo del grande Beppe Chiappella. A dirlo oggi sembra incredibile, ma il 26 maggio 1957 era in programma Portogallo-Italia valevole per le qualificazioni mondiali. Tutto molto bello e affascinante, solo che appena quattro giorni dopo la Fiorentina avrebbe giocato a Madrid contro il Real nientepopodimeno che la finale del trofeo più prestigioso d'Europa. Foni, il ct azzurro, non concede sconti e da Firenze fa arrivare Cervato e, appunto, Chiappella, che si fa male a Lisbona e salta la sfida del Bernabeu. Oggi, ammesso che a qualcuno possa venire in mente una pazzia del genere, sarebbero come minimo partite cause legali contro la Federazione.

E in effetti non è che la maglia azzurra porti benissimo anche a chi in futuro sarebbe diventato capitano della Fiorentina. È il caso di Alessandro Gamberini, che nel 2008 viene promosso titolare in Nazionale da Lippi, dopo una rincorsa durata almeno tre anni. Esordio facile contro Cipro, ma ecco che dopo appena cinque minuti in un banale scontro di gioco gli salta la spalla e anche il posto in Nazionale, che avrebbe rivisto una volta sola con Prandelli nel 2011. Per Pasqual, si spera che l'attesa sia molto più breve.

David Guetta - Corriere Fiorentino