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La maledizione degli undici metri

Che seccatura i rigori per la Fiorentina. Uffa. Oppure sono diventati un incubo. Meglio un calcio d’angolo, se c’è Gonzalo a colpire di testa in area. Ieri sera la sciagurata …

Redazione VN

Che seccatura i rigori per la Fiorentina. Uffa. Oppure sono diventati un incubo. Meglio un calcio d'angolo, se c'è Gonzalo a colpire di testa in area. Ieri sera la sciagurata regola dagli undici metri l'ha applicata Babacar, per l'appunto lui, l'idolo. Questa è la vita quando nel mezzo c'è il pallone, dicono i filosofi. Per carità, hanno ragione, ma con un accidente alto così abbiamo ragione anche noi, per quel nulla che vale. Guai però a rifarsela in assoluto con Babacar. Buona partita, la sua, altro che discorsi.

Buona anche per tanti altri, daTatarusanu a Badelj a Ilicic. La rete di Salah e quella dei granata sono state un botta e risposta degno della partita. Anche questa è farina dei filosofi. Ricominiamo. Chiamarlo guardaroba non va bene in questo caso, ma insomma dopo la trasferta di Londra la Fiorentina si era cambiata d'abito per affrontare il Torino.

Sempre rivali, mai però nemiche queste due squadre, dal giorno del loro primo incontro nel '3l, quando in viola c'era Pedro Petrone arrivato dall'Uruguay e tra i granata l'argentino Libonatti. Sempre state in buoni rapporti per molte ragioni, non ultimo il fatto che il Torino sia venuto su nel 1906 da un gruppo di dissidenti juventini. Basta e avanza. Tutt'e due le squadre erano state sul punto di segnare, e neanche una volta sola, fino ai fuochi di addio. Gli esperti le definiscono «in salute». Tempo per tirare il fiato ce n'è poco. Giovedì arriva i il Tottenham. Poi fine settimana con l'Inter, tanto per non annoiarsi.

Giampiero Masieri - La Nazione