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Linea Fiorentina: lo stop a Tavecchio, rientro in Lega, la battaglia per i diritti tv

Il Corriere Fiorentino traccia un’analisi, a firma Leonardo Bardazzi, della linea scelta dal club viola per provare a cambiare il calcio italiano. Ecco i passaggi più interessanti:   Il calcio …

Redazione VN

Il Corriere Fiorentino traccia un'analisi, a firma Leonardo Bardazzi, della linea scelta dal club viola per provare a cambiare il calcio italiano. Ecco i passaggi più interessanti:

Il calcio che sogna la Fiorentina è lontano anni luce da quello schiavo dei diritti tv e litigioso. Dopo anni di immobilismo, il disastro mondiale in Brasile ha aperto orizzonti nuovi per il nostro calcio, con la possibilità di riscrivere le regole: per questo la Fiorentina ha scelto di tornare in prima fila, inserendo Mario Cognigni (presidente esecutivo viola, ma anche braccio destro dei Della Valle) come consigliere di Lega e spingendo Adv ad ammettere che a settembre anche lui parteciperà alle riunioni di via Rosellini.

Le idee sono chiare: stadi moderni e senza barriere, tolleranza zero alla violenza, maggior importanza del settore giovanile, costruzione delle squadre B sul modello spagnolo (che secondo Albertini invece non sarebbero la soluzione ideale), crescita del brand serie A e del fatturato dei club. E la clamorosa gaffe di Tavecchio sulle banane ha spinto il club viola ad uscire ancora di più allo scoperto: «La sua candidatura non è in linea coi nostri valori etici e civili», ha tuonato Cognigni domenica scorsa. Uno smarcamento che ha fatto allargare il dissenso a macchia d’olio. Renzi per ora tace, ma l’ipotesi del presidente del Coni Malagò (che proprio oggi incontrerà i candidati Figc) come commissario federale sembra sempre più concreta.

Dopo gli errori post-Prandelli, la Fiorentina ha lavorato sodo per riportare la gente allo stadio, ha investito milioni per ammodernare il Franchi e puntato su una squadra dal modo di giocare innovativo. Un progetto col sorriso sulle labbra insomma, rarissimo in un Paese dove il risultato è l’unica cosa che conta. Ma i Della Valle hanno fatto anche molto di più: il fair-play finanziario a Firenze per esempio è realtà già da qualche anno. Ogni bilancio infatti viene chiuso in pareggio e ogni sessione di mercato viene affrontata con la consapevoleza di dover equilibrare acquisti e cessioni. Una gestione oculata e senza salti nel vuoto che Ddv vorrebbe veder attuata da tutti, tanto che nella sua idea di calcio moderno ci sarebbe anche la famosa Consob, una sorta di organo supervisore dei conti del pallone che limiti i deficit di bilancio e le furbate finanziarie. Il passo successivo, nei pensieri viola, sarebbe vendere all’estero il prodotto calcio italiano come fanno la Premier o la Liga, fatturando milioni di euro e aumentando gli introiti nelle casse delle società. E rendendo, allo stesso tempo, davvero equa la vendita dei diritti tv in Italia. La legge Melandri infatti ha fatto molto ma non abbastanza: anche per questo la Fiorentina sta lavorando per smarcarsi dalla dipendenza dalle offerte di Sky e Mediaset .

Il progetto nuovo stadio ovviamente va in quella direzione, ma anche la neonata partnership col Pune City è da leggersi in questo senso. Col Pune è allo studio anche un pre-season da fare a Firenze (LEGGI). Col Pune a Firenze insomma, in India sentiranno sempre più parlare di Firenze e la Fiorentina. Anche questa è innovazione.