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La giustizia del campo

Vedere Galliani uscire a un quarto d’ora dalla fine depresso e umiliato (sportivamente) dalla Fiorentina, non ha prezzo. E ci fa dimenticare le amarezze di qualche giorno fa. Se gli …

Redazione VN

Vedere Galliani uscire a un quarto d’ora dalla fine depresso e umiliato (sportivamente) dalla Fiorentina, non ha prezzo. E ci fa dimenticare le amarezze di qualche giorno fa. Se gli arbitri sono spesso una variabile incontrollabile (ognuno dirige a modo suo, senza uniformità di giudizio), il campo spesso rende quello che dai in termini di lavoro, sacrificio e qualità. La Fiorentina aveva mille motivi di rivalsa, ora si gode una vittoria speciale con quel senso di appagamento che solo la giustizia ti sa regalare.

La Fiorentina è una grande squadra fatta di uomini straordinari, disciplinati, corretti, che vincono col gioco e non con le furbate. Vedere il giovane Matos far impazzire la difesa del Milan, Borja Valero danzare alla Scala del calcio come un fenomeno e Vargas che suda, tira e si danna come l’ultimo dei ragazzini, è la conferma che la Fiorentina deve ancora dire molto in questo campionato, che non ci sono limiti, nemmeno ai sogni. Non è presunzione, semplicemente la constatazione che la squadra viola gioca il più bel calcio d’Italia (meno spettacolare rispetto all’anno scorso, ma più concreto) e non lascia mai punti per strada.

Le lezioni con il Cagliari e il Parma sono servite e per questo i ragazzi di Montella hanno dimostrato un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Vincere è sempre bello, farlo col Milan a San Siro ancora di più. Ma vedere la ritirata di Galliani ha dato un senso anche alla sofferenza di questa estate: dopo Siena-Milan di maggio, la Fiorentina si è ripresa quello che le spetta con gli interessi.

La Nazione