Stavolta è tutto vero - scrive La Repubblica -. La Fiorentina torna in vetta al campionato dopo 16 anni dall’ultima volta. Era il 17 gennaio 1999 e i viola si laureavano campioni d’inverno dopo un girone d’andata strepitoso, culminato con la vittoria sulla Juventus per 1-0 a Firenze il 13 dicembre ’98. Ma cosa provano e cosa ricordano adesso quei ragazzi che nascevano proprio nei mesi in cui la Fiorentina sfiorava la conquista del terzo titolo?
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La gioia di chi non c’era quella volta nel ’99
I ragazzi di sedici anni: "Dopo la scuola sono corso a documentarmi su youtube"
In vetta sedici anni dopo, i loro volti all’uscita dai licei sono pieni di emozione: «Ancora non ero nato- ci dice Luca dell’Agnoletti di Sesto, che di anni ne ha 15 - però mi sono documentato su Youtube. Essere in testa è una sensazione stupenda, sono l’unico in classe che tifa viola e la cosa più bella è ricordare ai compagni juventini che a meno dieci fa davvero freddo».
Già, stavolta gli sfottò sono per i tifosi di tutte le altre squadre: «Si, non capita spesso, c’è più gusto oggi a entrare in aula». Andrea invece va al Calamandrei, ha 16 anni ma è nato a settembre: «Mi spiace ma non ricordo niente. Quando torno a casa vado a vedermi tutto su internet».
Duccio non può ricordare, ha soltanto 14 anni. Però all’uscita dal Leonardo da Vinci si gode il momento: «Sono al settimo cielo. Sono consapevole che non vinceremo mai il campionato ma finché siamo lassù…’ salutate la capolista’ ». Il ritornello è sempre il solito. C’è chi esce con lo zaino in spalla e la sciarpa viola al collo.
Chi invece di anni ne ha diciotto e qualcosa ricorda: «Avevo due anni ma per fortuna mio padre ha conservato in casa una vecchia cassetta - dice Lorenzo - così fin da bambino la mettevo nel registratore e potevo rivedermi tutto il girone d’andata che ci consacrò campioni d’inverno. Goduria vera». Ecco, ma c’è un Batistuta, un Rui Costa, un Edmundo anche in questa squadra? «Impossibile. Certi campioni non tornano. Ma va bene così, non svegliateci ancora: lasciateci sognare il più possibile».
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