La vittoria della Fiorentina è aver trasformato i rancori della vigilia in applausi e aver addolcito gli animi con la bellezza del suo gioco. Più che badare a dove fosse Conte, il popolo si è concentrato orgoglioso su dove fosse la Viola: sempre nella metà campo dei campioni d'Italia, a fare la partita. Con un attaccante più solido di Ljajic, magari quello non atterrato a Peretola, Montella avrebbe gioito ancora di più. Ma può essere più che soddisfatto. Ha rifondato da zero una squadra che un campionato fa ne prese 5 dalla Signora. Ora c'è un'identità giovane e solida, affacciata sul futuro.
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La Gazzetta dello Sport: Berbatov dove sei?
Una Fiorentina da applausi. Con un attaccante più solido… (COMMENTA)
Al minuto 41' sarebbe l'ora del raccolto viola, dopo la semina di un ottimo primo tempo. Jovetic, di testa, stampa una punizione sulla traversa; Ljajic, sgattaiolato a destra, tutto solo, strozza il diagonale a lato. E così la Fiorentina beve un té amaro di rimpianti, perché ha tenuto in scatola la Juve, solitamente straripante e ha fatto la partita. Ci è riuscita nel solo modo possibile: nascondendo palla ai bianconeri, con un palleggio pulito e intenso, impedendo ai rivali di prendere ritmo e di fare male in corsa, come sanno. Non capita spesso che la Juve si ritrovi intimidita davanti alle qualità tecniche di un avversario. Qui succede perché da Cuadrado a Pasqual, passando per i tre interni, non c'è un solo piede ignorante in mediana e anche i difensori sanno partecipare alla costruzione. Questo è il primo merito di Montella: sta mettendo a punto una divertente macchina da gioco.
Berbatov dove sei? La frontiera del perfettibile è l'attacco. Ci fosse uno specialista del gol, più fisico e cattivo di Ljajic accanto a Jovetic, sarebbe tutto un altro mondo. E' in quel minuto 41' che si capisce perché il mancato atterraggio di Berbatov a Peretola, quel giorno, è stato una sciagura. Il bulgaro avrebbe offerto anche l'opzione dei cross che Ljajic rende vani. La Fiorentina così, accerchiata l'area nemica, può solo tentare di imbucarsi con triangoli corti, scambiando nel breve. Non facile con una Juve così rintanata. Oltre a resistere, la Juve fa poco: questa è la sorpresa per una squadra disegnata per aggredire e proporre sempre.
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Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport
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