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La Fiorentina chiede equità

Società pronta ad alzare la voce nel Palazzo

Redazione VN

Tutto era cominciato con le gambe di Jovetic, che già alla fine della prima partita erano gonfie di lividi. Botte da orbi sugli stinchi del montenegrino, ma anche placcaggi e strattonamenti plateali in un crescendo direttamente proporzionale alla levatura degli avversari: non a caso il più impietoso finora è stato Samuel. Poi sono arrivati i cartellini gialli e rossi a senso unico, i rigori concessi solo agli altri, arbitri che spesso si pongono in modo indisponente anche solo nel dialogo fino alle prime due squalifiche che domenica prossima costringeranno la Fiorentina alla partenza ad handicap contro la Lazio: Roncaglia e Pizarro. E come ciliegina sulla torta la diffida proprio di Jovetic, che da solo ha accumulato più ammonizioni di tutti i difensori impegnati a picchiarlo.

(...) Con una differenza, rispetto ai torti subiti in passato: stavolta la società non è rimasta a guardare in silenzio, perchè ritiene che la misura sia colma. Lo ha detto Pradè, con tono tanto garbato quanto fermo, nell’immediato dopopartita: «Impossibile non dare il rigore su Roncaglia e altrettanto plateale è stato il tocco di mano di Hetemaj, senza contare che Dramè meritava la seconda ammonizione e quindi l’espulsione. Un tipo di atteggiamento, da parte dell’arbitro, che non ci è piaciuto. La Fiorentina ha fatto del fair play la sua prima regola ma non siamo fessi...». Concetto che la società farà arrivare, con calma e nel rispetto dei ruoli, anche in Federcalcio perchè in certi casi è sempre meglio muovere d’anticipo. Soprattutto alla vigilia di altre due sfide ad alto rischio, con la Lazio appunto e fra tre domeniche a San Siro contro il Milan. Comincia oggi, dunque, un delicato gioco di equilibrismi nel quale il club viola dovrà evitare di piangersi troppo addosso ma allo stesso tempo tutelare il suo patrimonio tecnico e l’immagine di squadra divertente e spregiudicata che magari dà fastidio a qualcuno proprio per queste sue caratteristiche. Nel frattempo sarebbe ora che le regole diventassero uguali per tutti togliendo agli arbitri il fattore discrezionalità che evidentemente continua a far danni anche con una selva di giudici in campo: i falli di mano in area o sono sempre rigore o non lo sono mai, indipendentemente dalla volontarietà. Detto questo, da notare il silenzio di Montella sull’argomento. Questione di principio, certo, ma anche la miglior garanzia chei torti arbitrali non possono, non devono assolutamente diventare un alibi per la squadra.

La Nazione