Nervi tesi, adrenalina in circolo ma nessun allarme vero. Non è mai una partita qualsiasi. Tra Juventus e Fiorentina, è sempre così. Stavolta però, se possibile, la preoccupazione era ancora maggiore. Colpa di quanto successo domenica scorsa. Cori antisemiti da una parte, scritte sull’Heysel dall’altra. Quattro giorni di discussioni, polemiche, accuse poi, ieri, l’ennesimo atto di questa sfida infinita. In campo. E sugli spalti.
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La festa viola dei duemila tra cori, striscioni e nervi tesi
La cronaca della serata di ieri: gioia immensa per i tifosi
Una lunga giornata terminata col boato per il gol di Gomez e iniziata con la durissima presa di posizione della Curva Sud bianconera nei confronti di Mariella Scirea. La colpa della vedova, secondo gli ultras bianconeri, è quella di aver minacciato di togliere il nome di suo marito dal settore dal quale, anche domenica, si erano levati cori antisemiti. Pesante la lettere del gruppo dei Drughi che ha invitato la signora Scirea a fare altrettanto, tornando a farsi chiamare con il cognome da nubile. Per lei cori “contro” anche durante il match. Tutto questo mentre l’intera Curva Sud faceva sapere di aver aderito allo sciopero annunciato dai Viking Milano in occasione della gara di Firenze, giovedì prossimo. E i tifosi viola? Per la partita di ieri sera a Torino sono partiti in più di 2 mila, con circa venti pullman. L’arrivo allo stadio è stato rallentato dal piano speciale della polizia che ha potenziato i controlli al massimo. Anche alla stazione di Torino la presenza delle forze dell’ordine era massiccia. In realtà, però, in pochissimi hanno scelto il treno.
L’ingresso di ogni gruppo di tifosi viola è stato accolto dai fischi. Sistemati accanto alla Curva Nord (quella meno calda), hanno voluto dedicare un pensiero anche a Davide Maiorino, il giovane della Fiesole scomparso per un incidente stradale. “Ciao Maio”, recitava uno striscione. Stavolta, a differenza di domenica, gli steward lo hanno fatto entrare in curva senza impedire l’omaggio degli amici. Poi, la partita. Il tifo ad alta voce, stretti nel settore degli ospiti. Solo qualche coro contro Pessotto per ricordare che è difficile dimenticare le cattive abitudini. E abbassare la guardia in vista del ritorno. Sugli spalti il tifo è sempre caldo e appassionato. Anche nei momenti di sofferenza della squadra. Sino alla festa per la rete di Mario Gomez.
la Repubblica
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