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La ferita brucia, ma il progetto viola ha basi solide

La ferita brucia ancora. E ci vorranno un po’ di giorni prima che Firenze torni a guardare sorridendo alla parte mezza piena del bicchiere dove ci stanno i 70 punti …

Redazione VN

La ferita brucia ancora. E ci vorranno un po’ di giorni prima che Firenze torni a guardare sorridendo alla parte mezza piena del bicchiere dove ci stanno i 70 punti conquistati, il ritorno in Europa, l’etichetta di squadra più divertente del campionato, un bilancio chiuso in attivo e un allenatore destinato a diventare il pilastro del progetto futuro. E dove ci sta, soprattutto, la voglia della famiglia Della Valle di ridare subito l’assalto alla Champions.

Ieri il patron Andrea si è tolto qualche sassolino sottolineando, a esempio, che il problema della sudditanza psicologica mina la credibilità della nostra classe arbitrale. E ribadendo che il rigore non concesso alla Fiorentina per il fallo di mano di De Rossi è costato alla società viola trenta milioni. Messaggi chiari anche se inviati con l’abituale stile.

Non solo. Il presidente operativo Cognigni sta lavorando a un’ipotesi di «nuova Lega» che presenterà presto a tutti i presidenti di serie A riprendendo una vecchia idea di Diego Della Valle. La Fiorentina non insegue poltrone ma vorrebbe un calcio italiano proiettato nel futuro, capace di attirare l’interesse anche di investitori stranieri. Di sicuro, la società viola è già proiettata nel futuro, con una gestione economica in linea con il fair-play finanziario caro a Michel Platini. La famiglia Della Valle ha imitato il calcio tedesco che prima ha messo a posto i conti, ha realizzato stadi-modello, ha valorizzato al massimo il marchio poi, forte di una ricchezza consolidata, ha cominciato a vincere anche sul campo. Anzi, a dominare, come testimonia la finale di Champions.

La solidità della Fiorentina è dimostrata dal valore triplicato del parco giocatori, dal nuovo Franchi senza barriere, dalla possibilità di reinvestire subito i soldi che arriveranno dalla cessione di Jo-Jo perché non ci sono debiti pregressi da onorare e dall’orgoglio di scoprire, attraverso i suoi uomini mercato, che anche i big del pallone oggi considerano Firenze come un’opzione interessante.

Qualche nome tanto per capirsi: Fernando Torres, Lampard, Julio Cesar, Gomez. Probabilmente non arriverà nessuno di questi perché il percorso del club viola non è ancora completato. Ma le basi attuali già sono sufficienti per stare tra le quattro-cinque squadre che tra un mese e mezzo torneranno a lottare per un posto in Champions. E questa è una vittoria a prova di rigore.

Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport