Ci vuole coraggio per ammettere i propri errori, e Montella sabato sera ha avuto l’onestà di spiegare, prima di tutto a se stesso, che aveva sbagliato tutto. Quella Fiorentina era troppo disarticolata per reggere novanta minuti contro l’Atalanta. Così ha cambiato, e la partita ha svoltato. Scelta giusta, logica, decisiva. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare: questa Fiorentina è una squadra che si sa adattare. E sa cambiare atteggiamento. Il tecnico ha a disposizione una rosa di qualità, fatta di giocatori intercambiabili, e questo lo aiuta. Sia chiaro, alcuni sono difficili da sostituire, però in caso di emergenza Montella ha un buon gruppo su cui fare affidamento. Giocatori di esperienza e qualche ragazzo di prospettiva.
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La doppia arma viola per lo sprint
Il trasformismo di Montella e la rosa ampia, due risorse importanti
E poi, altro particolare fondamentale, tutti sono pronti a seguire il loro allenatore senza dire una parola. Insomma, si fidano di lui e non fiatano. Altrimenti non si spiega perché Borja Valero abbia accettato di giocare in quel ruolo strano, quasi da trequartista, nel primo tempo contro l’Atalanta. Montella, dunque, è stato bravo a farsi accettare dal gruppo e a convincere tutti con le sue idee. Che, come abbiamo visto, possono anche cambiare. Come la Fiorentina, che passa con facilità dalla difesa a tre a quella a quattro, da un centrocampo con Aquilani, Pizarro e Sissoko a una linea di cinque giocatori. Una o due punte. Con il centravanti o senza. Con il regista. Con il trequartista. Anche con due trequartisti. Idee che frullano e giocatori che girano, quando si può scegliere è tutto più facile.
Certo se la Fiorentina a Bergamo avesse perso probabilmente oggi saremmo qui a dire altre cose, invece ha vinto. E ha vinto con la forza della sua duttilità. Una caratteristica fondamentale, soprattutto in questa fase del campionato, dove le squadre arrivano stanche e chi sta meglio può fare la differenza. Ma è anche la filosofia di un calcio mai uguale a se stesso, capace di sorprendere gli avversari, meno monotono, più imprevedibile. Ho tanta scelta, ho tanti moduli: eccola qui l’equazione del successo della Fiorentina, che a metà stagione ha cambiato assetto (dal 3-5-2 al 4-3-3) e sabato sera ha sperimentato ancora. È il bello del calcio. Quello di Montella.
Giuseppe Calabrese - La Repubblica
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