Il meritatissimo quarto posto è arrivato alla fine di un derby sonnolento, ma di un sonno ogni tanto agitato da qualche nervoso sussulto. Fiorentina in Europa League e Livorno in serie B, questo l'inappellabile verdetto. Il risultato lo hanno deciso Rossi e Cuadrado che hanno il dono del lampo di classe. Che valore dare a questo quarto posto? E cosa c'è, o dovrebbe esserci, nel futuro della Fiorentina? Il quarto posto è la conferma che la Fiorentina, così come le è successo nello scorso campionato, riesce a mettersi alle spalle almeno tre delle sette sorelle, in questo caso Inter, Milan e Lazio che hanno bacini d'utenza superiori. Il Torino e il Parma, che lottano con merito per l'ultimo imbarco europeo, sono due sorprendenti cuginette delle sette sorelle, ma non rientrano, per continuità di piazzamenti recenti, tra le grandi. La Fiorentina, invece, ha una continuità di alta classifica che le è mancata soltanto tre volte negli ultimi nove anni, considerando che il piazzamento europeo lo aveva ottenuto anche quando venne retrocessa al nono posto per Calciopoli e quando era arrivata sesta, ma virtualmente terza con la penalizzazione di 15 punti.
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La chiarezza che serve
Si profila la necessità di migliorare la rosa. L’articolo di Sandro Picchi
Il risultato di questa stagione è buonissimo se si tiene conto degli infortuni di Rossi (soprattutto) e di Gomez e se vi si aggiunge la qualificazione alla finale di coppa Italia e un promettene cammino in Europa League, interrotto dalla Juve. Certo, il distacco dal terzo posto è notevole, non mimino come un anno fa, ma rimane un buon approdo. Ora si profila la necessità di migliorare la rosa, di rafforzare la difesa, di irrobustire il ricamante centrocampo e di variare almeno in parte il modo di giocare. La rosa non si indebolisce se viene confermato Cuadrado, la difesa si rafforza con due acquisti di valore, il centrocampo si potenzia con l'aggiunta di un incontrista. Tutto questo modificherebbe anche il gioco, offrendo l'indispensabile introduzione di un progresso della difesa e del modo di difendere. Montella è stato chiaro: vuole una squadra più forte. A parte il fatto che nessun allenatore ha mai chiesto una squadra più debole, la sua «pretesa» è più che giustificata. Resta da capire se è in linea con i piani e con i conti della società. Se lo è, nessun problema.
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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