La premessa è un (apparente) paradosso. La Fiorentina - scrive Matteo Magrini su la Repubblica - sembra essere costruita per mettere in crisi il Napoli e, il Napoli, sembra costruito per mettere in crisi la Fiorentina. Due squadre diverse ma simili. Almeno in una caratteristica fondamentale: l’intensità. Concetto tanto caro agli allenatori di oggi ma che, in Italia, in pochi riescono a mettere in pratica. Si sente spesso, no? «All’estero corrono più che da noi». Non è vero. Corrono in modo diverso, con ritmi diversi. Ecco. Fiorentina e Napoli sono squadre “europee”, nel senso che sono le uniche (almeno per quanto visto fino ad oggi) in grado di viaggiare (con continuità) ad altissime velocità. Questo gli permette di riuscire laddove in molte falliscono. Recuperare il pallone nella metà campo avversaria. In questo, viola e azzurri, si somigliano molto. Linea difensiva altissima, distanze ridotte tra i reparti e, quindi, controllo delle partite. Non a caso ieri Sousa ha detto che «vincerà chi riuscirà ad avere in mano il gioco». In altre parole: chi terra maggiormente il possesso palla. In questo, invece, le due squadre sono abbastanza diverse. La Fiorentina adora il palleggio. Una preziosa eredità lasciata in dote da Vincenzo Montella. Borja e compagni sono primi in questa speciale classifica. L’inizio di campionato dice che hanno tenuto il pallone per quasi 31’ di media a gara. Nessuno è riuscito a far meglio. Il Napoli si ferma a 28’ e 51”. Non solo. La formazione di Sousa è quella che riesce ad avere il maggior predominio territoriale, ovvero il possesso palla nella metà campo avversaria. Stando a quanto raccontato ieri dal portoghese quindi, è facile immaginare che oggi al San Paolo i viola cercheranno di esasperare il più possibile questa qualità.
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La capacità di Napoli e Fiorentina di correre ad alte velocità
Napoli e Fiorentina riescono laddove molte squadre falliscono: recuperare il pallone nella metà campo avversaria
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