Il rischio di subire qualche “labbrata” - come si dice in zona - è costante; guai a farsi vedere con una sciarpa bianconera in giro. E quando si va al Franchi per la partita, il rischio di ritrovare l’auto danneggiata - ci assicurano - è altissimo. Per non parlare, ma questo è il meno, degli sfottò e le accuse quotidiane... Eppure, il tifoso bianconero in Toscana è razza dura a morire. Anzi, prolifera. A questo punto, la domanda sbagliata è: ma chi glielo fa fare? Nessuno, ovvio. E poi c’è quella giusta, di domanda: cosa glielo fa fare? E allora la risposta sgorga spontanea: «La Juventus! Per la Juventus codesto e altro. Perché io gliel’ho detto alla mi’ moglie, prima di sposarla: sappi che io sono già fidanzato. Con la Juventus. Non ti tradirò col corpo, ma con la mente, per i colori bianconeri...», come racconta Donato, presidente dello Juventus club Doc Firenze Le Signe.
stampa
Juventini sull’Arno «La nostra passione fa sopportare tutto»
Il rischio di subire qualche “labbrata” – come si dice in zona – è costante; guai a farsi vedere con una sciarpa bianconera in giro. E quando si va al …
PRUDENZA Quel che è certo, è che per conservare la razza, occorre un giusto mix di coraggio, forse incoscienza, di certo regionevolezza e prudenza. Perché una frase sbagliata detta al momento sbagliato in riva all’Arno sembra poter costare davvero cara. «Eggià perché ci sono quelli che scherzano - prosegue Donato -, che la buttano sul ridere. Ma ci sono anche quelli, parlo dei tifosi viola, che son subito pronti a reagir male. L’anti-juventinità, a Firenze, è un fenomeno davvero dilagante. E’ incredibile: prima di chiedere cos’ha fatto la Viola, chiedono “che han fatto i gobbi?”. Qui il nome “Juventus” non si può neanche pronunciare. E se provi a ragionare, a chiedere perché, la risposta è una sola: «Perché i vu rubate!». Mah... Figuratevi con che stato d’animo s’è vissuta questa vigilia d’Europa League. Per noi è una partita, ma per loro è la partita. Eventualmente, da rinfacciare finché si campa».
SCRITTE Non che a Prato la situazione sia tanto diversa, tutt’altro. Gianmarco è il presidente dello Juventus Club Doc Prato bianconera. «Un club di gente tranquilla, gente per bene. Fatto anche di donne, anziani, bambini. Eppure ci è capitato di ricevere lettere minatorie, di trovare scritte infamanti sulle mura della sede del club. Purtroppo qui è così: ci sono quelli che se dici mezza parola di troppo, partono con le mani alzate. Davvero, a volte ci si inimica a fare battute. E se per un commento calcistico devi prender due labbrate... Meglio evitare. Anche se noi non ci nascondiamo, siamo orgogliosi della nostra passione: a Prato, poi, grazie a Paolo Rossi ce ne sono tanti di juventini. Dunque, avanti convinti anche se è davvero un dispiacere subire certe situazioni. Soprattutto perché si passa il limite: sulla sede ci hanno scritto il solito, vergognoso, -39. Neanche per i morti c’è rispetto... E badate bene: io non difendo solo i nostri caduti, mi dissocio anche dai cori contro la tragedia di Superga ad esempio. E’ una questione di rispetto».
L’APPELLO Concordano al club di Castel Fiorentino. «Noi siamo a distanza “di sicurezza” da Firenze, un paese tranquillo. Però anche qui il discorso è il solito: amici e colleghi viola prima guardano cos’ha fatto la Juve, e solo dopo guardano il risultato della Fiorentina. Quanti di noi allo stadio? Questa volta pochi, quasi nessuno: perché 50 euro in curva per andare nello spicchio “formaggino” sono un furto, troppo! Staremo a soffrire davanti alla tv, al club. Speriamo bene». Anche perché, e qui il coro è unanime: «Se passiamo noi il turno, ce la godiamo per una, due settimane. Ma se per caso finisce male, allora ci tocca soffrire per 3-4 mesi».
tuttosport
© RIPRODUZIONE RISERVATA