Una fascia per stringerlo alla squadra, Jo-Jo debutta con il gagliardetto in mano, prima uscita stagionale da capitano titolare per volontà di Montella; in tribuna (piena) è come se avessero un obiettivo personalizzato fissato su Jo, ogni smorfia e movimento finisce alla moviola del tifo. La partenza è per i due assist (o qualcosa di più, visto che filtrano tra un gruppo di avversari e liberano il compagno al tiro): con le sue aperture illuminate Jovetic fa correre Romulo in campo aperto (gol del pari) poi sistema Ljajic davanti alla porta (2 a 1). Dopo il centro del gemello Jo-Jo esulta alla grande e sfodera il sorriso (già esibito due mattine fa durante la sfida ai rigori con Montella).
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Jovetic, la fascia come carburante
La prova del montenegrino ai raggi X: “partecipe”
In tutto, Jove, resta in campo per 90', una botta fuori di poco, e altre invenzioni al servizio del gruppo. Indicativo il finale di match: Jo si arrabbia per un pallone che non riesce a indirizzare, Jo riprende Romulo che non gli passa il pallone (con il dito puntato gli fa: «Una passala»), Jo va in perfetto triangolo con Borja Valero e tira a lato, con successive mani nei riccioli. Buona prova, e buonissimo impegno: dalla solita tribuna notano anche lo scarpino bicolore di Jo-Jo, bianco con la rivestitura nera sul tallone. Particolare bianconero su cui la gente fa ironia, visto che Andrea Della Valle ha ribadito il muro viola alla partenza del gioiello, che raccontato dall'amico Ljajic «è davvero tranquillo e sereno». E ancora: «Giocare con lui è semplicissimo, senza sarebbe invece difficile. Io spero e penso che resterà qui». A fine partita c'è spazio anche per un cinque sganciato da JoJo sulle mani alzate dei compagni e per uno scambio di casacca con Ntamarlis. In nove lettere: partecipe. (...)
Alessandra Gozzini - La Gazzetta dello Sport
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