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Jovetic: “Guardo avanti, pronto per le big”

Lo slavo sul suo futuro: “Bisogna mettersi alla prova, ed io non ho paura”

Redazione VN

Il filo viola dello Jo-Jo si fa un po' più sottile, accanto alla pluriribadita volontà del club di trattenere il gioiello, va ora registrata l'apertura di Jovetic a un futuro di altro colore: «È più facile attaccarsi alle proprie certezze e giocare in una squadra dove sai di essere titolare, ma nella vita bisogna andare avanti e mettersi alla prova. È un rischio...». Che correresti? «Certo».

Non un diretto appello alle big, ma dalle virgolette si intuisce la voglia di ingrandirsi. La domanda era netta («Meglio titolare fisso nella Fiorentina o giocartela in una big europea, con il rischio di finire in panchina?») la replica su tono. Desiderio che Jovetic frequenta da un po' e che ha finito per confessare a GQ Style, da oggi in edicola. Più chiaro ancora: «Esistono tre categorie di calciatori: quelli come Totti, che scelgono di giocare a casa – cosa che forse anche io avrei fatto se fossi rimasto a Belgrado; quelli che restano immobili in un posto per paura e quelli che la paura non può fermare». A quale categoria appartengo? «Io non ho paura». Con coraggio potrebbe dunque approdare altrove, in Premier (Chelesa e City sono le uniche due destinazioni che considera), meta preferita della Fiorentina, che al limite punterebbe all'espatrio; o Juventus, che per Jo-Jo considera l'uscita di soldi e contropartite tecniche. La cordialità azzerata tra i vertici dei club, si sa, per ora stoppa ogni chiacchiera.

Vivace Nella confessione a GQ Style l'inedito Jovetic (oltre a parlare di un futuro che meno interesserà i tifosi: «Farò l'allenatore o il procuratore, ma soprattutto il papà: voglio tanti figli») fa un salto all'indietro, ai tempi divisi tra i rigidissimi allenamenti nella scuola calcio del Partizan e le (rarissime) trasgressioni: «Una volta che un ragazzo di un'altra scuola aveva picchiato un compagno, andammo in 7 o 8 a farci giustizia. O quando ho buttato in piscina un ragazzo che non sapeva nuotare, insomma ero vivace ma ora sono mi sono assolutamente calmato».

La Gazzetta dello Sport