JOVETIC e Toni sono la coppia più classica del calcio. Uno svelto, geniale, bravo nel saltare l’uomo e nel chiamare l’uno-due, l’altro più fisico, capace di aprire le difese e di andare negli spazi, potente nelle mischie, tempista sui cross. Due così li trovate nei manuali del pallone alla voce «attacco perfetto». Non sappiamo se Andrea Della Valle ha buttato un occhio su quel libro, certamente ha avuto una grande intuizione nel suggerire il ritorno di Toni. E siamo contenti di aver centrato l’obiettivo una settimana fa parlando del «Senso di Toni per il gol»: non poteva averlo smarrito.
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JoJo e Toni, ma c’è anche la squadra
JOVETIC e Toni sono la coppia più classica del calcio. Uno svelto, geniale, bravo nel saltare l’uomo e nel chiamare l’uno-due, l’altro più fisico, capace di aprire le difese e …
DETTO E FATTO. E’ vero che una palla così forse l’avremmo messa dentro anche noi (non è detto), ma l’azione va accompagnata, i movimenti vanno capiti e l’essere nel posto giusto al momento giusto non è scontato. Ma Lucatoni ha fatto di più, ha riportato Firenze e la Fiorentina dentro un sogno, ha riallacciato la memoria con un periodo felice ed esaltato le qualità del nuovo genio del pallone chiamato Jo Jo. Se Lucatoni è una bella storia di calcio e di cuore, Jovetic è uno squarcio di calcio allo stato puro. I suoi gol sembrano facili, ma la più grande qualità dei campioni è proprio quella di far sembrare semplici cose complicatissime. Provate a mettere quelle palle morbide tra decine di gambe, cinque centimetri dal palo. La naturalezza di Jo Jo è disarmante, la capacità di vedere l’angolo più lontano della porta ricorda i campioni di biliardo: peccato che giochi con i piedi e non con le mani. Ma forse per lui è lo stesso.
JO JO e Lucatoni sono la copertina, dietro però c’è una Fiorentina di qualità e quantità. Non era facile battere il Catania chiuso e aggressivo del primo tempo. C’è voluta intelligenza, è servita pazienza. Questa squadra cresce, va accompagnata con la giusta attenzione. Sa già cambiare modulo, sa già cambiare passo. E non è fatta solo di Jovetic e Toni, dietro ai due tenori ci piace citare Roncaglia e Borja Valero. Due a caso. Roncaglia sembra Gentile che ha lasciato traccia anche a Firenze. Grinta, rabbia, ferocia in marcatura, ma anche forza fisica e piedi per dare una mano all’azione e provare il gol. E poi carattere. Valero potrebbe giocare nel Real e non stiamo scherzando. Forse è qui per cercare una sua rivincita personale con la Spagna e gli spagnoli: grazie per aver scelto la Fiorentina.
Enzo Bucchioni - La Nazione
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