Tornava in squadra dal primo minuto dopo quello spezzone di partita abbozzato contro il Milan, il 7 aprile. Per Stevan Jovetic la lontananza dal campo durava dal 30 marzo, se si vuole essere pignoli, quando dopo la trasferta di Cagliari si cercò il recupero lampo. In fondo, l’importanza dello scontro con i rossoneri imponeva di correre quel rischio. Ieri, insomma, Jo Jo si è ripreso il campo, anche se ancora è lontano dall’essere quel terminale offensivo che ha spinto in alto la Fiorentina all’inizio stagione. A Genova, alla fine dell’incontro si è guadagnato un 6 che accostato al suo cognome stride un po’, soprattutto dopo una partita vinta per 3-0. Così come è strano, in frangenti come questi, non trovare il suo nome nel tabellino dei marcatori.
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JoJo annaspa, ma gli altri volano
La Fiorentina gira comunque: un bel segnale di crescita
Inutile girarci attorno, tanta volontà e poco più, ma va bene così. Jo Jo gioca per la squadra, è vero, prova anche a coprire come gli chiede Montella, si vede però che non è il suo mestiere perchè cerca la porta appena può, mancando di lucidità in un paio di occasioni. Jovetic suda e sbuffa, un po’ gira a vuoto, forse cercato meno dai compagni. Senza dolo. L’impressione è che i meccanismi viola, senza di lui, girino comunque senza intoppi. Il che, se vogliamo sarebbe un’eresia perchè il talento e la forza del montenegrino non si discutono. Come la capacità della Fiorentina, targata Montella, di attingere a efficaci risorse alternative. Segnali importanti di crescita, è indubbio. Ma sarebbe un errore pensare che Jovetic non possa essere determinante in questa volata Champions. Errore che il tecnico viola non ha intenzione di fare. E anche Della Valle che a giugno parlerà con Stevan del suo futuro.
Giampaolo Marchini - La Nazione
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