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Inter-Fiorentina, la sfida al vertice è merito delle difese

Verso il big match di San Siro: I nerazzurri (primi) hanno subito meno goal di tutti e i viola (seconda miglior difesa della Serie A) li seguono da vicino

Redazione VN

Diceva il Trap: “Per stare in alto, bisogna coprirsi bene”. Voleva dire, il vecchio Giuan, che quando sei in cima alla classifica le pressioni aumentano, e le difficoltà pure. Meglio, quindi, essere preparati. Quella frase però, si può interpretare anche in un altro modo. Del resto si sa: in Italia vince (quasi) sempre chi subisce meno. Hai la miglior difesa del campionato? Ecco, sei già a metà dell’opera. Prendete Inter e Fiorentina. I nerazzurri (primi) hanno subito meno goal di tutti e i viola (seconda miglior difesa della Serie A) li seguono da vicino. Due squadre brutte (dicono) ma vincenti. Almeno per ora. Simili, per certi versi, ma allo stesso tempo diverse. Anche perché, mercato alla mano, sarebbe strano il contrario. Thohir ha investito una barca di soldi e quindi, Mancini, si ritrova con un talento sconfinato a disposizione. Icardi, Jovetic, Ljajic, Perisic e Palacio, solo per fermarsi all’attacco. Il Mancio, per vincere le partite, si affida soprattutto a loro. Al resto ci pensano centrocampisti e difensori.

Della serie: proteggiamoci bene, tanto quelli là (prima o poi) la giocata la trovano. I risultati, in questo senso, parlano chiaro. Cinque partite, cinque vittorie, di cui quattro per 1-0. Difficile pensare che sia un caso. Soltanto il Carpi, alla seconda giornata, è riuscito a segnare ad Handanovic. Una squadra, l’Inter, molto simile a quelle di Capello. Straordinaria forza fisica in mezzo al campo, struttura e solidità in difesa, classe e concretezza in attacco. Un atteggiamento che permette ai nerazzurri di gestire le gare con serenità, concedendo poco e trovando sempre almeno uno spunto per vincere.

La Fiorentina (che ha perso Pasqual per un mese a causa di un guaio muscolare) è diversa. Ha molto meno talento, e per questo non può affidarsi ai singoli. Deve attaccare (e difendere) di squadra, aggredendo l’avversario dal primo all’ultimo minuto. Soprattutto, deve correre più degli altri. Il punto in comune è la solidità difensiva. I numeri parlano chiaro: dell’Inter abbiamo detto (una sola rete subita), mentre Tatarusanu e compagni ne hanno incassate soltanto tre. Tutti a Torino, tra l’altro. Nelle altre quattro partite nessuno ha superato il portiere rumeno. (...)

In sintesi: Inter e Fiorentina hanno due modi diversi di stare in campo ma, fino ad oggi, hanno ottenuto (più o meno) gli stessi risultati. Domenica sera si ritroveranno faccia a faccia, per uno scontro al vertice sul quale nessuno avrebbe scommesso.

la Repubblica