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Infantino e Alì Bin «La nuova Fifa sarà trasparente»

Le ultime dall'organismo che regola il mondo del calcio

Redazione VN

A parole sembrano d’accordo. Ma è lunga la strada dei candidati Infantino e Alì Bin Al-Hussein. A Dubai il principe giordano rivela la sua ricetta per la successione a Blatter. Incalzati dal moderatore Umberto Gandini il loro faccia a faccia offre spunti interessanti. Michel Platini, a bordo ring, è sempre pronto a dire la sua, magari già oggi. Il principe Alì parte a razzo: «Visto tutto ciò che è successo nella Fifa dobbiamo cambiare, essere trasparenti. Ci sono molte proposte di riforma, io chiedo che gli stipendi siano pubblici con report frequenti. Anche chi corre per le elezioni deve sapere quello sta succedendo e vorrei che fosse pubblicato il dossier Garcia. Inoltre sostengo un Mondiale a 40 squadre».

DIPLOMAZIA

La replica di Gianni Infantino è diplomatica: «Il calcio deve tornare al centro della Fifa. Servono riforme di governance e lavoro sulla trasparenza. Abbiamo bisogno di democrazia e che tutte le associazioni partecipino. Il calcio deve svilupparsi. Bisogna investire in modo corretto, dobbiamo trovare il giusto equilibrio e condiviso».

LE DIFFERENZE

Ecco come Alì si differenzia dal calcio europeo: «Io sono presidente di un’associazione nazionale. In passato abbiamo visto che i club hanno avuto molte idee, ma ogni Paese ha le sue esigenze». E Infantino apre agli extra-Ue: «Se l’Europa capisce meglio cosa succede fuori parlando con le altre associazioni avremo un impatto importante». Anche Alì apre ad un’integrazione: «Oltre all’Europa, altre parti del mondo vogliono svilupparsi nello stesso modo. C’è una nuova generazione e nel mondo ci vuole questo approccio».

ERRORI EUROPEI

Ecco come Infantino valuta il made in Europe: «Il modello europeo non va replicato per intero. Piuttosto occorre lavorare insieme per evitare che il resto del mondo commetta gli stessi errori che abbiamo fatto in Europa. Abbiamo fatto anche cose molto stupide».

LA CANDIDATURA

Alì spiega perché scende in campo per la presidenza Fifa: «Non lo faccio per me ma per lo sport. È un’ esperienza incredibile girare il mondo vedendo come il calcio muove passioni. Il mio impegno è di mettere le persone al giusto posto e crescere ogni giorno». Anche Infantino svela la sua molla: «È una grande sfida e una responsabilità. Bisogna decidere se fare esplodere o implodere la Fifa o alzarsi e prendersi la responsabilità di far tornare il calcio al proprio posto. È una scelta che ho fatto insieme ai miei colleghi perché quando ricopri un ruolo come il mio non ti puoi permettere di girarti dall’altra parte, ma devi avere il coraggio di rischiare».

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