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In tremila con il giglio nel cuore

BIRRE LUNGO il fiume Limmat, scatti in riva al lago Zurigo e viola in ogni angolo. Cori, ironia, goliardia, scaramanzia. Come ogni trasferta, è vero, ma questa non è esattamente …

Redazione VN

BIRRE LUNGO il fiume Limmat, scatti in riva al lago Zurigo e viola in ogni angolo. Cori, ironia, goliardia, scaramanzia. Come ogni trasferta, è vero, ma questa non è esattamente la solita trasferta: è il ritorno in Europa della Fiorentina, quel brivido infrasettimanale che una serie di stagioni opache ci avevano fatto dimenticare.

POCO MALE se, come ha ricordato Andrea Della Valle, la nostra Europa avrebbe potuto e dovuto essere un’altra. Ma adesso siamo qui, e Firenze si è buttata a capofitto in questa che una volta era la Coppa Uefa. Rispondendo come solo lei sa fare. L’atmosfera è contagiosa, la voglia di rivedere in campo la banda di Montella è incontenibile. Dopo il bagno di folla per Mario Gomez, il costante pellegrinaggio a Moena, il roboante abbraccio del Franchi alla presentazione ufficiale della squadra — impreziosita dal rinnovo di mister Montella —, impossibile pensare che qualche ora di pullman (o di treno, come ha scelto qualcun altro) potessero scoraggiare i tifosi per la prima partita ufficiale. Circa tremila i presenti, anche se al conteggio bisogna aggiungere i tanti viola che vivono in Svizzera che non si sono lasciati sfuggire questa occasione per vedere all’opera i loro beniamini.

I torpedoni viola, quelli partiti di buon mattino da Firenze e dintorni (ma anche direttamente dalle località balneari), hanno invaso nel pomeriggio la città, scaricando a terra tutto il loro entusiasmo. Gruppetti disordinati con l’immancabile sciarpa al collo e il telefonino in mano, per immortalare una tappa importante della stagione appena iniziata e poter dire: io c’ero. Lunga l’attesa, prima di arrivare allo stadio, ma il tempo è passato con il naso all’insù, a godersi qualcosa di una città di circa 350mila abitanti, capitale dell’omonimo cantone, ieri riscaldata da un bel sole.

PER MOLTI di loro era la prima volta a Zurigo anche se i sorteggi europei ci avevano già messo di fronte alle ’cavallette’.

Qualcuno, forse per non rimpiangere i viali all’ora di punta, si è impantanato anche nella coda in entrata in città, pochi minuti prima del fischio d’inizio. Tanti, oggi, rimarranno ancora a visitare la città. Ma si sa, il termometro del tifo non sono le bellezze architettoniche. Sono i risultati. Avanti viola, che mancano altri novanta minuti. Giovedì prossimo, appuntamento al Franchi.

La Nazione