Tra standing ovation, cori e sorrisoni, la Fiorentina si riprende se stessa, il quinto posto e la possibilità di partire per Siviglia con meno ansie. Cesena cancellato con tre gol (3-1) e molta determinazione: un rigore (finalmente) calciato come si deve, Ilicic che fa doppietta e strappa applausi, Gilardino che la butta dentro, Salah che vale il prezzo del biglietto e il sole che splende su una domenica che rilancia la squadra di Montella nel giro europeo. Tutto fila liscio, insomma. Anche se, a essere pignoli, va detto che la difesa deve ritrovare un po’ di sicurezza. Davanti a Neto ogni tanto si balla, anche in una giornata facile facile. Ma a Siviglia sarà un’altra storia. La Fiorentina sa che gli spagnoli sono feroci nel mezzo e pericolosissimi davanti.
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Ilicic show e Gilardino, tre schiaffi alla crisi. I viola tornano quinti
La Fiorentina va e ritrova il sorriso. L’articolo di Benedetto Ferrara su La Repubblica
Solo che per partire col cuore leggero serviva una vittoria senza se e senza ma. Verona e Cagliari avevano lasciato sulla pelle ferite profonde. Allo Juventus stadium, nonostante la buona prova, tra errori e rimpianti erano tornate fuori quelle frustrazioni che se non le curi subito ti piantano le radici nel profondo del cuore. Invece, no. La Fiorentina c’è: intensa, viva, testarda. E non sempre fortunata, se mettiamo insieme tutte le occasioni da gol andate a male prima del calcio di rigore trasformato da Ilicic. Rimpalli, deviazioni sulla linea, paratone di Agliardi. Comunque le risposte migliori le hanno date proprio quei giocatori chiamati dentro dal turnover: Ilicic, tanto per cominciare.
Non solo per un rigore freddo e spietato e per il bel gioco di gambe che ha messo in scena per portarsi la palla sul destro (il suo piede sbagliato) e inventare il rasoterra angolato per il due a zero. Ma anche per la sua grande prova a tutto campo. Una partita, la sua, fatta di generosità e invenzioni coraggiose. Bene Ilicic, Vargas e bene anche Gilardino, che che alla fine riesce sempre a piazzare la zampata davanti alla porta. E se una standing ovation se la prende Ilicic, uno a suo tempo fischiato e criticato (e i motivi non mancavano), gli applausi a scena aperta spettano anche a Mohamed Salah, uno che quando gioca educa i più giovani alla bellezza del calcio e rimette in pace con questo sport tutti gli altri.
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