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Il settimo sigillo

Il settimo sigillo: qualcuno si sorprenderà per la scelta di un titolo che, per dar voce alle emozioni della vigilia per la finale di Roma contro il Napoli, sembrerebbe evocare …

Redazione VN

Il settimo sigillo: qualcuno si sorprenderà per la scelta di un titolo che, per dar voce alle emozioni della vigilia per la finale di Roma contro il Napoli, sembrerebbe evocare le atmosfere cupe del film di Ingmar Bergman nel gelo del medioevo scandinavo. Ma è solo un gioco, per sottolineare che anche sabato sera all'Olimpico servirà una trama da capolavoro per cogliere un obiettivo che non ha alternative: portare a Firenze la coppa Italia numero sette. Serve vincere, insomma, magari giocando bene e divertendo. Ma serve vincere. Per almeno tre buovi motivi: 1) c'è da conquistare il primo trofeo nell'era dei fratelli Della Valle, come loro si meritano; 2) c'è da risarcire i tifosi per i colpi gobbi che il destino ci ha rifilato togliendo dal campo per mesi e mesi i due campioni (Mario Gomez e Pepito Rossi) sui quali poggiavano tutti i sogni di gloria di quest'anno; 3) c'è da guadagnarsi una bella ricompensa per una squadra (dal primo all'ultimo dei giocatori) che sotto la guida di Vincenzo Montella è riuscita ad affrontare un sacco di difficoltà impreviste restando nel gruppo di testa del campionato, davanti — tanto per dire — alle due milanesi. Chi pensa che sia un risultato poco brillante abbia il coraggio di alzare la mano. Però c'è dell'altro. Prendersi questa Coppa significherebbe rilanciare una sfida: colorare di viola il calcio italiano per tentare di cambiarlo. In meglio. Con regole più chiare e con garanzie più certe. Per tutti. Siamo in campagna elettorale e vige la legge della par condicio. Ecco, servono condizioni di par condicio anche nel nostro campionato. Per rompere il predominio di chi è forte grazie ai propri pregi, ma anche per un sistema che rende i forti sempre più forti, a scapito dei più deboli. Diritti tv, e non solo. Ma oggi niente recriminazioni, è solo un giorno di passione (sportiva). E che a Roma vinca il migliore. Cioè la nostra Fiorentina.

Paolo Ermini - Corriere Fiorentino