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Il segreto di Jovetic

Quando il manager disse: ok rinnova. Ma ad un patto…

Redazione VN

Storia di una promessa che vale come un accordo depositato in Lega. E di un’incedibilità considerata sicura, ribadita e sventolata dalla proprietà viola, eppure vincolata alle voglie inespresse di qualche riccastro in agguato nel suo mondo di lusso, o semplicemente dissociato, differenza minima per chi spera di vedere ancora Jovetic con la maglia viola. In effetti comprare JoJo è semplice: basta avere 30 milioni e snocciolarli in contanti. Il mondo è pieno di gente che dribbla lo spread. Trenta milioni? E che sarà mai, ha fatto sapere per esempio De Laurentiis: «Per me sarebbe facile staccare un assegno così». Un mondo di parolai o sceicchi che convivono, spesso mescolandosi, ma il problema non è questo.

Il problema è che nonostante le assicurazioni della proprietà viola, Jovetic resta il più confermato e insieme il più possibile fra i partenti per una «scappatoia» pretesa e ottenuta in fase di accordo. Facciamo un passo indietro per andare all’origine del patto responsabile dell’incertezza attuale, una mezza incedibilità che ha, sullo sfondo, la fama in evoluzione del manager Ramadani, il Raiola dei Balcani (fa anche rima). Perché nel mondo senza regole del calcio il patto morale che si chiama gentlemen agreement è considerato come una postilla firmata e depositata in Lega.

Ottobre 2011, la Fiorentina è in rotta dichiarata con Montolivo e punta sull’effetto-rinnovo di Jovetic, un investimento tecnico e uno spot pubblicitario per se stessa. Trattativa in discesa perché i Della Valle sono disposti a concedere molto, praticamente tutto. Firma che arriva nel giro di due settimane: per due milioni netti all’anno, ingaggio a salire, Jovetic farà il testimonial del futuro.Accordo fino al 2016. Subito prima della firma salta fuori Ramadani: resta inteso — dice — che se porteremo una cifra importante il giocatore si potrà liberare. Compromesso raggiunto sull’importanza incontestabile di 30 milioni. La Fiorentina non è in un momento esattamente felice dal punto di vista delle scelte strategiche e della popolarità — ha appena perso a costo zero quello che avrebbe voluto far diventare il capitano per il prossimo ciclo — è arrabbiata e forse ha poche carte da giocare. Accetta. Stretta di mano fra Ramadani e un rappresentante della proprietà.

La Fiorentina deve rispettare quella premessa per se stessa e per la propria credibilità nel mondo del calcio, anche se proprio il calcio racconta le scappatoie opposte alle clausole rescissorie depositate in Lega. Per questo i procuratori più preparati hanno aggiunto ai contratti pagine di specifiche per le cessioni unilaterali (relative al Paese, all’Iva da versare, all’anno di vendita, all’assenza o presenza di eventuali contropartite tecniche, eccetera). E anche questo a volte non è bastato per evitare controversie con la società. Nel caso di Jovetic la Fiorentina può ragionevolmente porre vincoli sulla modalità del pagamento (30 milioni in contanti, senza rate in tre anni come da prassi attualmente diffusa e senza contropartite) e sui tempi. E da metà agosto in poi Ramadani dovrà rassegnarsi, con buona pace degli sceicchi colorati o bianconeri.

Angelo Giorgetti - La Nazione