Ahi, che dolore! Eh sì, fa ancora male il ricordo di quel novembre 1994. La domenica dopo il record di Batistuta, andato a segno per 11 partite di fila. Si gioca a Torino, contro la prima Juve di Lippi, che ancora non era Lippi, ma giusto un rampante allenatore toscano. Le partite si «vedono» solo alla radio, Mario Cecchi Gori è morto da un anno, ma la signora Valeria vuole continuare ad ascoltarmi e così al fischio di inizio è già pronta in poltrona nella sua casa dei Parioli. La mia seconda voce è nientepopodimeno che la grande Manuela Righini, gasatissima come ad ogni vigilia di delle sfide contro i bianconeri. Giochiamo benissimo e loro non la vedono mai, segnano Baiano e Carbone, sfioriamo il terzo gol. Penso come sempre al terzo scudetto, Manuela non si tiene e, insomma, siamo veramente in paradiso. Nell’intervallo la signora Valeria è sulla nostra stessa lunghezza d’onda e se potesse andrebbe in curva con gli ultras fasciata di viola. Quello che succederà nel secondo tempo lo sanno purtroppo tutti e non sarà qui il caso di farsi ancora del male. Basterà ricordare il saluto privato a lady Cecchi Gori al novantesimo: «Pronto signora, è andata male. Signora? Signora?...». Niente, nemmeno più la forza di parlare.
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Il ricordo di Guetta: “Silenzi della signora Valeria (dopo la rimonta da incubo)”
L'articolo per il Corriere Fiorentino di David Guetta
David Guetta - Corriere Fiorentino
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