Innamorarsi di Giuseppe Rossi è stato addirittura più facile del previsto. Un grappolo di giocate da favola, qualche gol (decisivo e di pregevole fattura), la simpatia e la modestia che lo rendono tanto il ragazzo della porta accanto. (...) La nuova vita di Pepito si chiama Firenze, Fiorentina. Già, la Fiorentina che appena nove mesi fa decise di investire su di lui, ancora nel tunnel di quel ginocchio spaccato due volte di fila, la bellezza di 10 milioni. Forse anche Rossi non si aspettava che qualcuno fosse ancora pronto a mettere tanti soldi sul piatto del suo cartellino, ma oggi a meno di due mesi dal primo giorno di ritiro e dai primi allenamenti ’veri’, la Fiorentina ha già capito che Rossi è un tesoro di valore inestimabile. Adesso, acquistare Pepito costerebbe almeno 15 milioni e chissà quanto potrà valere Rossi alla fine della stagione.
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Il nuovo idolo di Firenze è Rossi
I gol, le sue passione e un valore di mercato in crescita (COMMENTA)
Calcio, pallone, magie in campo: ma Rossi non è solo questo. No. E’ un ragazzo hi-tech, Pepito. Ama i followers su twitter, gli piace raccontarsi sul sito e poi... non spegneteli l’ipad o la play station portatile. Musica ed elettronica sono le sue passioni. Ne sanno qualcosa alla frontiera tedesca, a Monaco di Baviera, dove sbarcato dal volo proveniente dagli States con coincidenza per Firenze, Rossi perse il primo aereo per Peretola proprio per presentare alla dogana di Germania l’inventario del suo bagaglio... tecnologico. Firenze, la città di Firenze, ha subito stregato Pepito. Lui, abituato alle strade dritte e infinite di New York e delle grandi metropoli americane, sì è innamorato delle viuzze del centro città, degli spazi brevi per passare da una zona all’altra di Firenze. Pepito ha scelto il centro storico per vivere alla meglio i suoi anni in maglia viola. Via Tornabuoni, il salotto della città, è stato la sua prima casa come per Montella e Daniele Pradè. Ora di nuovo pronto a cambiare. Già, perché Firenze, così piccola e ammaliante, l’ha già scoperta tutta. O quasi.
Riccardo Galli - La Nazione
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