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Il modulo di Montella, con Jovetic e Cerci…

Si parte con 4-3-3 e possesso verticale. Jojo, si studia il ruolo (COMMENTA)

Redazione VN

Montella e Pradè hanno deciso il modulo della nuova Fiorentina, è già qualcosa anche se sarebbe più divertente scoprire con quali giocatori andrà in onda. Francamente prematuro. Per ora accontentiamoci, anche perché il modo di stare in campo (4-3-3) porta con sé l’idea della filosofia di gioco e un ragionamento dettagliato su Jovetic. Allenatore e direttore sportivo si sono confrontati su Stevan, che è stato collocato insieme alle sue specifiche doti all’interno del modulo disegnato su carta. E’ un segnale importante, perché dal punto di vista della Fiorentina è evidente l’idea di non prendere in considerazione l’idea di cedere il giocatore, né allarmarsi per i mal di pancia traslati attraverso megafoni slavi inclini ai messaggi in codice; dovrà essere semmai Jovetic — se l’intenzione sarà quella di andarsene — a fare due cose: ammettere pubblicamente la propria volontà e portare in dote una cifra che non si discosta dai 30 milioni.

E per ora sul foglio viola il nome di Jovetic è collocato in bella vista e le freccette tengono conto delle due fasi di gioco: in quella offensiva Jo avrà libertà completa di movimento, potrà fare cioè quello che sa dove, come e quando vuole; in fase difensiva dovrà però partecipare ricomponendo la linea e lavorando su una delle due fasce, probabilmente la sinistra considerato che a destra il nome del titolare è quello di Cerci. Il modulo di partenza sarà dunque il 4-3-3, ma durante il ritiro in base ai giocatori che nel frattempo saranno partiti e arrivati, Montella farà la sua scelta definitiva. L’alternativa sarà il 4-2-3-1 e anche in quel caso il nome di Jovetic compare fra i titolari, questa volta centralmente dietro all’attaccante.

Altro argomento fondamentale all’interno del progetto di gioco studiato da Pradè-Montella: il possesso palla sarà decisivo per l’espressione del gioco e dovendo cercare un paragone il modello preso come riferimento è quello olandese: un possesso palla «verticale», basato su scambi e direzioni anche invertite, e non orizzontale come insegna la filosofia spagnola; troppo alta la qualità di palleggio necessaria per mettere in pratica l’idea di possesso compatibile con le eccellenze iberiche. (...)

Angelo Giorgetti - La Nazione