Un giocatore a metà. Perché il suo cartellino era in compartecipazione con il Cagliari, certo. Ma anche per quanto fatto vedere sul campo. Adesso che è stato riscattato interamente, i viola si aspettano un rendimento doppio. Per equilibrare il tutto e rendere positiva l’operazione Lazzari. Operazione sulla carta intelligente per almeno un paio di motivi. Non perdere l’investimento di 3 milioni sborsati in maniera frettolosa la passata stagione. E per la difficoltà ad acquisire alla cifra di 1,5 milioni il cartellino intero di un altro centrocampista nel caso in cui Lazzari fosse rimasto a Cagliari. Adesso però tocca a lui dimostrare di essere un valore aggiunto per la rosa e non lo “sfogatoio” dei tifosi inferociti per l’andamento delle cose come accaduto spesso nella passata stagione.
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Il destino incompiuto di Lazzari, tra fischi e applausi
Aveva iniziato bene, poi il crollo. E quel gol alla Roma
Il suo arrivo era stato accolto positivamente dall’ambiente e l’inizio sprint pareva rispettare le attese. Assist per Gilardino in Coppa Italia, prestazione tutta sostanza nella prima di campionato vinta in scioltezza sul Bologna. Il ruolo di interno sinistro nel centrocampo a tre di Mihajlovic sembrava calzargli a pennello. Costretto a saltare un paio di gare causa febbre, il ritorno in squadra coincise con un brusco calo di rendimento personale e della Fiorentina.
I mugugni della gente, le prime insoddisfazioni e qualche fischio, portarono sulle sue spalle pressioni fino ad allora sconosciute in ambienti come Atalanta e Cagliari. Tante ombre ed un acuto, fondamentale, ovvero il gol vittoria contro il Genoa: che salvò parzialmente la panchina di Mihajlovic. La settimana dopo infatti (6 novembre 2011), i viola caddero a Verona ed il tecnico serbo venne allontanato. Con Delio Rossi andò persino peggio. Il nuovo modulo prevedeva il trequartista, ed il tecnico romagnolo in quella posizione piazzò proprio Lazzari. Con risultati pessimi. L’identità tattica sconvolta toccò l’apice a Cagliari, gara in cui, considerata l’assenza di attaccanti in rosa, venne schierato a supporto di Ljajic: con il serbo unica punta. Quando la storia con Firenze sembrava destinata ad interrompersi senza troppi rimpianti, la nuova svolta. Gol al 92’ all’Olimpico con la Roma e successo storico contro i giallorossi. Nelle ultime partite Firenze ha visto Lazzari sotto una luce diversa. Forse con meno talento e dinamismo di quanto poteva essere previsto. Ma con la maglia a fine partita sudata davvero. Impegno e generosità, merce rara nella Fiorentina dello scorso anno, non erano discutibili ed hanno consegnato presso la tifoseria un credito per la riconferma.
Giovanni Sardelli - la Repubblica
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