Anno quarto: si salvano i tifosi. E quasi solo loro. Sì, diciamolo: questa Fiorentina è ancora un’entità improbabile. E’ ovvio che qualche giocatore arriverà: una punta, due o tre centrocampisti, un esterno difensivo. Ok. Sarebbe sbagliato non avere fiducia a priori, anche perchè Paulo Sousa sarà pure un aziendalista, ma siccome sarebbe pure ambizioso e non ha mai avuto problemi a salutare tutti quando gli mettevano sotto gli occhi obiettivi più alletanti, non si capisce perchè dovrebbe avvallare situazioni imbarazzanti, come questa squadra che, superata la metà di luglio, è ridotta un bel po’ dal punto di vista della qualità rispetto a quella allenata da Montella. Ma i giudizi andranno dati alla fine, come sempre. Quello su questo ritiro subito, però, visto che siamo alla fine. Entusiasmo? I tifosi appunto. Sono stati generosissimi, e sicuramente lo saranno anche oggi, quando rivedranno Rossi in campo.
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Il cuore dei tifosi l’unica cosa bella, poi una squadra tutta da inventare
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su Repubblica
Ma chi è arrivato a Moena si è trovato davanti a una squadra indecifrabile e un futuro poco chiaro. Solo i proclami letterario-motivazionali dell’allenatore hanno scaldato un po’ i cuori, e la notizia più strepitosa irradiata al popolo dell’istituto Luce aziendale è stata quella che narrava le epiche gesta di Gomez Mario, l’aitante centravanti tedesco che nella bolgia del Viola Village ha aiutato un bimbo che si era perso a ritrovare in genitori. E bravo Mario lo Scout. Perchè poi a lui i tifosi continuano a voler bene, nonostante tutto. La sua ricerca del gol è un’avventura condivisa dai più. E Mario è sempre lui, ma non sono pochi quelli che pensano che mandarlo via ora equivalga un grande rischio. Solo che la Fiorentina su questa faccenda ha le idee chiarissime: Gomez costa troppo, punto. E solo lui può impuntarsi e mettere i bastoni tra le ruote alla società. Lasciare Firenze non è facile per nessuno, tanto meno per un turista tedesco milionario trattato coi guanti dalla gente, anche nei momenti più bui. E il fatto è che qui mancano gli eroi. C’è Pepito. Ma se uno aveva forzato un po’ di entusiasmo gliel’hanno fatto passare subito...
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola su Repubblica
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