Claudio Lotito è la foglia di fico del calcio italiano. Si crede uomo di potere, ma è solo una maschera del potere. La sua arroganza, la sua volgarità, la sua impudenza non sono il peggio, ma lo rappresentano nel modo più schietto. I signori del pallone, quelli che tengono le redini del sistema ormai da un quarto di secolo, anno più, anno meno, da quando cioè le televisioni sono diventate fonte primaria di sostentamento dei club, usano i Lotito e i Tavecchio come il paravento dietro al quale possono continuare a montare, smontare e rimontare il nostro giocattolo preferito. Per questo, le parole di Andrea Della Valle (LEGGI QUI) sono sacrosante, ma insufficienti. Così come furono sacrosante ma insufficienti l’estate scorsa le parole di Mario Cognigni dopo lo scandalo Optì Pobà: (LEGGI QUI). Tavecchio venne egualmente eletto presidente della Federcalcio a larga maggioranza. Lotito per ora non si è dimesso e difficilmente lo farà. Addirittura Marotta ieri sera ha chiesto aiuto ai politici: intervenite voi, perché noi non ce la facciamo.
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Il Corriere Fiorentino: Della Valle attacca Lotito, ma non basta
Claudio Lotito è la foglia di fico del calcio italiano. Si crede uomo di potere, ma è solo una maschera del potere. La sua arroganza, la sua volgarità, la sua …
Vedremo che cosa succederà. Il problema è che non bastano interventi estemporanei. Anche la Fiorentina ha le sue responsabilità. Paradossalmente messe a nudo proprio dalla famosa telefonata del presidente della Lazio. «Io in Lega di Serie A ho 17-18 voti, perché la Fiorentina una volta si astiene, una volta vota in favore mio», dice Lotito al direttore generale dell’Ischia (a proposito: bel personaggio questo Iodice che, invece di sporgere denuncia agli organi federali, registra una conversazione privata e la gira a La Repubblica , degno allievo di Moggi, come si dice che sia). La verità è che la politica sportiva della Fiorentina, dopo Calciopoli, è sempre stata ondivaga, addirittura un po’ carbonara, timorosa di prese di posizione pubbliche efficaci e coerenti. A volte condizionata da rapporti di amicizia personali, come nel caso della rielezione di Beretta ai vertici della Lega, uno che non conta zero come dice Lotito, ma che è il garante degli interessi dei poteri forti, ben rappresentati da Galliani, i cui intrecci con i tentacoli di Infront sono stati più volti provati.
Altre volte frenata dalla paura di pagare prezzi troppo cari, magari in fase di suddivisione della torta dei diritti televisivi. Avete notato come tutti i presidenti dei club più piccoli di Serie A abbiano espresso vigorose riprovazioni? No, non delle cose dette da Lotito, in privato ma poi ribadite in pubblico venerdì in Lega e ieri nell’intervista al Corriere della Sera . Si sono scagliati tutti contro Iodice che ha acceso il registratore. È lui l’inquinatore del calcio italiano, secondo i Campedelli e i Lugaresi, gli Zamparini e i Pozzo che grazie a questo sistema campano bene. Ecco perché il problema non è solo Lotito. Sì, forse può essere la goccia che fa traboccare un vaso di impudicizie nel quale l’estate scorsa, dopo il fallimento mondiale e l’addio di Abete, né governo né Coni hanno voluto mettere le mani. Ma nessuno creda che un Consiglio federale bonificato dalla presenza della foglia di fico possa varare quelle riforme che finora sono state solo enunciate, senza capire neppure bene di che cosa si stesse parlando.
Anche la coerenza di Juventus e Roma, uniche società apertamente all’opposizione in Lega, è limitata alla difesa dei loro interessi. I temi veri, l’inefficacia dei settori giovanili, l’insostenibilità economica di un sistema corrotto anche dall’incredibile numero di calciatori tesserati (il crac del Parma è solo la punta dell’iceberg) non vengono affrontati mai con serietà dagli addetti ai lavori. Qualcosa si muove. Ma fuori dal mondo del calcio che è autoreferenziale. La gente non ne può più. Un’iniziativa della Fiorentina, non tesa esclusivamente alla messa in mora di Lotito, magari rivolta anche ai club sani delle serie minori, sarebbe apprezzata da tutti quelli che amano il calcio davvero.
Gianfranco Teotino - Il Corriere Fiorentino
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