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Il colore viola

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Emozioni a pioggia. Firenze questo voleva e per questo aveva pregato il cielo. Via dalla noia. Voglia di onde alte con cui giocare. E così il cuore si è dato al surf, lungo un anno pieno di cose: di appuntamenti collettivi, feste, lacrime e polmoni rimasti senza fiato. Pieno anche di passaggi storici. Come l’addio dalle barriere del Franchi. Un evento epocale. L’obiettivo della società è abbattere anche quelle delle curve. Ma intanto via quel muro di plexiglas in maratona e tribuna, quella distanza simbolica tra la gente e la passione. Firenze si spoglia ed entra in campo. È quasi un altro calcio. O, comunque, un passo importante verso il futuro. D’altra parte la società da tempo è tornata a cercare la sua gente.

La rinascita della Fiorentina era stata condivisa nelle premesse proprio con i tifosi. Era stato Andrea Della Valle a volere il dialogo. Trasparenza, prima di tutto. Firenze non chiede miracoli, ma entusiasmo. E così sia. Ecco perché lontano da qui c’è chi si è meravigliato se in un pomeriggio bollente ventimila anime sono corse in motorino, in bici e in tram verso il loro stadio. Sembra un concertone rock: quel ragazzo col ciuffo che si guarda intorno come un alieno atterrato su una terra di folli innamorati. Il Gomez day è storia, soprattutto per il tedesco, che nonostante una vita da vera star una roba così non l’aveva mai vista. Adesso tutti lo aspettano. Un po’ come allora. Ma questa Fiorentina tiene botta a tutto.

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